"Bonificata dalla presenza mafiosa" | Dissequestrata la Newport - Live Sicilia

“Bonificata dalla presenza mafiosa” | Dissequestrata la Newport

Il porto di Palermo

Decisione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale.

PALERMO – La società Newport è stata “bonificata” dalle infiltrazioni mafiose. L’azienda è stata dissequestrata. La decisione è della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che ha raccolto l’eredità del collegio un tempo presieduto da Silvana Saguto e composto dai giudici Fabio Licata e Lorenzo Chiaramonte. Sono tutti sotto processo a Caltanissetta.

Il nuovo collegio, ora guidato da Raffaele Malizia, di fatto concorda con l’operato dei colleghi: il sequestro nel 2013 andava fatto perché le parentele fra i soci e i mafiosi c’erano, ma dopo cinque anni di amministrazione giudiziaria le cose sono cambiate. Va in confisca solo un appartamento intestato a Caterina Spadaro e ritenuto di proprietà di Girolamo Buccafusca. Per Buccafisca, Antonino Spadaro del 1956 e il suo omonimo, classe 1948, e Maurizio Gioè è stata respinta la misura di prevenzione personale.

Oltre alla Newport sono state dissequestrate la Compagnia servizi portuali; la Compagnia lavoratori portuali; la Clp Tutrone; la Portitalia; la Terminal containter Palermo; la Suditalia, Terminal operator; un fondo rustico a Piano dell’Occhio ; un appartamento di sette vani di via Giuseppe Cimbali e uno di via Ammiraglio Rizzo; due immobili in via Gaetano Daita e in piazzale Giove, più altri tre appartamenti di via Inserra. Ed ancora automobili e conti correnti. È passata la linea difensiva degli avvocati Stefano Santoro, Salvino Pantuso, Nino Caleca, Vincenza Ciulla, Giovanni Di Benedetto, Vincenzo Giambruno.

Il risanamento è iniziato con Gaetano Cappellano Seminara, pure lui coinvolto nello scandalo Saguto, ed è stato completato dal nuovo amministratore giudiziario Franco Maurizio Lagro, che ne ha preso il posto dopo che il primo è finito sotto inchiesta.

Restano le parentele scomode – 17 soci su 300 sono fratelli, cugini e cognati di mafiosi – e alcune operazioni per nasconderle. Ma non basta per il sequestro. Così ha stabilito il collegio di cui fanno parte i giudici Luigi Petrucci e Giovanni Francolini.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI