Mafia, preso un latitante - Live Sicilia

Mafia, preso un latitante

Il latitante Antonino Arena, di 32 anni, presunto affiliato al clan Sciuto Tigna, è stato arrestato da agenti della Squadra Mobile di Catania. L’arresto è avvenuto ieri pomeriggio,nel popoloso quartiere di Librino, ma è stato reso noto solamente stamane. L’uomo, irreperibile dal marzo del 2009, è destinatario di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi ed altro.

Antonino Arena, figlio di Giovanni, considerato capo dell’omonimo gruppo mafioso, latitante dal 1993, è stato arrestato nel piazzale antistante in viale San Teodoro, davanti al cosiddetto ‘palazzo di cemento’ dagli agenti dei commissariati di Librino e San Cristoforo, che avevano circondato la zona dopo aver saputo che era solito effettuare “fugaci sortite” nel pomeriggio, tra le ore 17 e le ore 19. Vistosi circondato, ha tentato invano di fuggire per le campagne circostanti. Oltre che di una ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, Arena risulta destinatario di altre tre misure restrittive, due delle quali costituiscono l’esito di una attività investigativa coordinata dalla locale Dda ed eseguita dalla Squadra Mobile: una emessa l’11 marzo del 2009 per detenzione e spaccio continuato, in concorso con altri, di sostanze stupefacenti; una emessa il 28 agosto del 2009 per detenzione e spaccio continuato, in concorso con altri, di marijuana e una emessa il 23 ottobre del 2009 per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Quest’ultima con l’aggravante di avere agito avvalendosi delle condizioni previste dal 416 bis e dell’essere l’associazione armata. Quest’ultimo provvedimento restrittivo costituisce una tranche dell’operazione denominata “Revenge”, condotta dalla Squadra Mobile nell’ottobre del 2009 che, oltre a colpire numerosi affiliati del clan Cappello-Bonaccorsi, aveva riguardato anche alcuni appartenenti alla famiglia Arena, divenuti organici al clan Sciuto-Tigna, che avrebbero gestito il traffico e lo spaccio di stupefacenti nella zona del ‘palazzo di cemento’.


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