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Mai dire gay

PALERMO E LA DISCRIMINAZIONE: L'INCHIESTA
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Marco e Raffaele si sono innamorati. Galeotta è stata la calda estate 2009. E, come qualunque altra coppia appena formata, sentono l’esigenza di manifestare il loro affetto. È la prima volta che portano allo scoperto i loro orientamenti affettivi e sessuali, oltre l’oasi protetta degli amici. Raccontano come si sono conosciuti, quando hanno capito di essersi innamorati. Ma raccontano anche le quotidiane difficoltà che affrontano. Il generale clima omofobico che ha investito lo stivale, non ha risparmiato neanche la Sicilia. Così, mentre a Roma continuano le aggressioni sessiste, dalla violenza fisica alle bombe carte davanti al locale della Gay Street, anche a Palermo si diffondono a macchia d’olio atteggiamenti omofobici.
Marco e Raffaele raccontano, per esempio, l’episodio capitato alla Stazione Centrale. Mentre aspettavano l’autobus si sono scambiati qualche tenera e piccola effusione. Da lontano hanno sentito urlare, ma inizialmente non hanno capito di essere il motivo di quelle grida. Poi un uomo si è avvicinato a loro, intimando di smetterla, perché “ci sono le mamme, i bambini”. “Dovreste vergognarvi!”,  ha aggiunto poco dopo.
E ancora, a fine agosto, all’Arenella. Si trovavano in una spiaggia poco affollata. Un gruppo di ragazzi vede da lontano la coppia, intenta stavolta in una semplice chiacchierata. Vengono incontro. Cominciano gli sfottò. Sono in molti e le battute si fanno sempre più pesanti. Così Raffaele e Marco vanno via.  Il branco li segue, ma i due riescono a entrare in macchina e chiudersi dentro. “Mentre stavo mettendo in moto – racconta Marco – hanno sputato sulla macchina. Quello, forse è stato l’episodio più spiacevole. Comunque siamo stati fortunati”.
E i loro amici? Cosa dicono di tutto questo? Fatto curioso, mentre gli amici etero sdrammatizzano, dicono loro di non preoccuparsi, che l’omosessuale è oggi la vittima sociale che va di moda tra i bulli; gli amici omosessuali, invece, consigliano di evitare le effusioni in pubblico. “Se continuate così – avvertono – siete voi che ve la state cercando”.
Storie come questa ce ne sono a migliaia, spesso nascoste dal riserbo. “L’autocensura è pratica diffusissima nel mondo gay”, dice Daniela Tomasino, rappresentante di Arcigay Palermo. “Io credo – prosegue – che alla base della questione vi sia proprio la differenza tra l’abusato concetto di omosessualità e il più corretto termine ‘omoaffettività’. Quello che succede nella sfera privata di un ‘diversamente etero’ (sorride, ndr) non riguarda esclusivamente le pratiche sessuali. Il nostro non è un modus vivendi che si può relegare soltanto alla camera da letto”.
“Al contrario – aggiunge Luigi Carollo, dirigente della palermitana associazione gay Articolo 3 – non è certo nel momento in cui pensi di volere andare a letto con qualcuno del tuo stesso sesso, che capisci di essere gay. Il giro di boa avviene quando ti accorgi di poterti innamorare di quella persona. Lì cambia tutto”.
“Frocio, finocchio, sono parole che vanno risemantizzate, contenitori a cui occorre dare un nuovo contenuto – continua Luigi -. Non esiste una parola italiana che indichi l’omosessualità maschile. Per le donne c’è. Per gli uomini si indica genericamente omosessuale. Peggio ancora gay. Perché non devo poter usare la parola frocio, retaggio per secoli di una cultura omofoba e sessista?”.
Per le strade, intanto, continua questa nuova caccia alle streghe e i segnali sono tutt’altro che incoraggianti, anche in Sicilia. “Arcigay – racconta Daniela – sta creando a Palermo uno sportello che si occupi di assistenza legale, medica e psicologica. Qualcosa di simile già esiste in città, ma si concentra prevalentemente sull’aspetto psicologico. Noi vogliamo mettere su un team che possa dare una mano in termini legali. Per esempio, a Palermo esistono diverse coppie gay con figli”.
Assistenza privata, quindi, ma anche esternazione pubblica di una realtà che c’è, esiste e vuole fare sentire la propria voce. Così, intanto, si lavora per organizzare la manifestazione cittadina contro l’omofobia, promossa da Arcigay, Agedo e Articolo 3, che partirà il 18 settembre da piazza Sant’Oliva e porterà per le vie palermitane i tanti volti nascosti del popolo gay.


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