Comune senza Piano demanio | Estate a rischio per lidi e locali - Live Sicilia

Comune senza Piano demanio | Estate a rischio per lidi e locali

Sono 18 i soggetti a cui il Suap negherà l'autorizzazione ad aprire o a montare le cabine tra Mondello e l'Addaura. Un no obbligatorio visto che Palazzo delle Aquile, dal 2005, non si è mai dotato del Piano per il demanio marittimo. A rischio la stagione per l'Immobiliare Italo Belga, La Marsa, La Torre e altri quindici attività sulla costa palermitana.

PALERMO - IL CASO
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PALERMO – Stagione balneare a rischio per lidi, cabine, ristoranti e locali sulla spiaggia, con gli uffici comunali pronti a rispondere picche alle comunicazioni annuali degli operatori commerciali con attività entro i 150 metri dalla costa di Palermo. Palazzo delle Aquile, infatti, dal 2005 a oggi non ha mai approvato il così detto Pudm, ovvero il Piano di utilizzo del demanio marittimo, in assenza del quale il Comune non avrebbe potuto concedere, e non potrà farlo neanche per quest’estate, l’autorizzazione ad aprire e la conseguente riscossione degli oneri accessori edilizi.

Questa la tesi sostenuta dal Suap che con una nota ufficiale, datata primo aprile e inviata dal dirigente Paolo Basile a Sala delle Lapidi e alla giunta, ha messo nero su bianco non solo l’impossibilità di accordare le autorizzazioni ma ha anche messo in dubbio quanto fatto in questi ultimi nove anni dal Comune. Una tegola che si abbatte sulla testa non solo dell’amministrazione, ma soprattutto di 18 tra lidi e ristoranti che sorgono a meno di 150 metri dalla battigia: dalla Italo Belga, con relativi bar e cabine, a La Marsa, dallo stabilimento La Torre all’Ikebana, passando per L’Ombelico del mondo e altri locali sul lungomare dell’Addaura.

L’inghippo nasce, come detto, dalla mancata approvazione del Pudm che pure la giunta Orlando ha esitato a ottobre scorso ma che, a causa delle mancanza di una mappa, è stato pubblicato in due fasi: in poche parole, prima del 10 aprile il Piano non potrà approdare in consiglio comunale. E anche quando Sala delle Lapidi lo approvasse a stretto giro di posta, ci vorrebbe poi il definitivo via libera della Regione: insomma, tempi che si annunciano lunghi e che rischiano di far saltare la stagione estiva ormai alle porte, alla quale queste diciotto attività si dovrebbero preparare per tempo.

Un problema che riguarda, come detto, anche le cabine dell’Immobiliare Italo Belga lungo la spiaggia di Mondello che, secondo la giurisprudenza, rappresentano a tutti gli effetti delle costruzioni che comportano carico urbanistico e che quindi hanno bisogno del rilascio della concessione onerosa. Stando così le cose, a Mondello quest’anno non potrà esserne montata nemmeno una. Secondo Basile, infatti, la legge regionale del 1976, e l’articolo 22 delle norme attuative del Prg, dicono chiaro e tondo che senza Pudm si possono al massimo realizzare interventi di manutenzione dell’esistente e solo connessi alla diretta fruizione del mare che non comprendono però stabilimenti balneari, attività sportive e ricreative, noleggio di imbarcazioni, esercizi commerciali e porti turistici ma solo, eventualmente, balneazione, rimessaggio, acquacoltura, attività remo-veliche o affitto di pedalò. E comunque rigorosamente stagionali.

Non basta, in pratica, che un’attività sia a ridosso della costa per essere considerata connessa alla fruizione del mare. Basile chiede anche un parere al settore della Pianificazione territoriale, perché malgrado le resistenze della giunta alla fine sono i dirigenti ad avere l’ultima parola. “Il Pudm dopo essere stato approvato in giunta – dice l’assessore comunale Tullio Giuffrè – è stato pubblicato per raccogliere le osservazioni e insieme a queste sarà trasmesso in consiglio comunale immediatamente dopo il 12 aprile perché, per mero errore, si è dovuto procedere alla ripubblicazione di un elaborato che è tutt’ora in pubblicazione. Successivamente sarà necessaria l’approvazione del consiglio comunale prima e dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente dopo”.

“Ho sollevato la vicenda del Pudm già da tempo – attacca il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – avvertendo la gravità del ritardo dell’atto non giunto in consiglio comunale. E’ evidente che continuando così, e dopo la lettera del dottore Basile con cui avevo parlato della vicenda, è a rischio l’attività balneare in tutta la costa palermitana. Ci auguriamo che il problema sia veramente legato alla mancata pubblicazione di una tavola e che non ci siano altre motivazioni. C’è tempo per portarlo in Aula e il consiglio farà la sua parte: ricordo che il piano, una volta votato dal consiglio, va inviato alla Regione. Ma in questo confidiamo negli uffici affinché, una volta votato da Sala delle Lapidi, si dia ugualmente il via alle autorizzazioni”.

Ma le associazioni di categoria sono già in rivolta. “Sicuramente le norme vanno rispettate – dice Marcello Barbaro, presidente provinciale Silb Fipe Confocommercio Palermo – però in questo caso non c’è una carenza da parte degli operatori commerciali che sono in buona fede. Bloccare le attività in un momento come questo significa distruggerle, con impatti anche sui livelli occupazionali. L’Amministrazione comunale rifletta durante la pausa estiva e affronti la questione in inverno, avranno anche le loro buone ragioni ma non si possono cambiare le regole in corso d’opera. L’inadempienza è del Comune, inoltre si creerà una concorrenza sleale: a Palermo non si potrà lavorare, mentre in altri comuni senza Pudm sì come Terrasini e Isola delle Femmine sì. Intervenga la Regione”. “In nove anni il Comune non ha approvato il Pudm – dice Alessandro Cilano della Fiba Confesercenti – gli operatori non potranno lavorare, saranno degli abusivi e allora andranno a vendere la loro merce sulla spiaggia in segno di protesta. Se tutto venisse confermato, dovremmo chiudere tutto al pubblico. Siamo di fronte a una burocrazia inaudita e troglodita, era meglio il Regno delle due Sicilie”.

LE REAZIONI
“La commissione Attività produttive – dice il presidente Paolo Caracausi – ha convocato un tavolo con il dirigente del Suap e quello dell’Urbanistica, oltre ai rappresentanti di categoria per trovare una soluzione al problema”.


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