CATANIA. Lotta senza quartiere alla “manciugghia”. “La nostra azione sarà lo specchio dalle linee guida indicate da Crocetta a livello regionale” così il capogruppo Daniele Bottino, a margine del forum del Megafono dedicato alla città di Catania. Da non riproporre, invece, la lite intestina alla maggioranza regionale. “I problemi regionali- assicura Bottino- non hanno ripercussioni sulle dinamiche comunali, spingeremo Bianco a sposare i principi della rivoluzione nella città di Catania.” Una forte intesa con il Pd dovrebbe scongiurare rischi sulla tenuta della coalizione. Tre le priorità: “Meno burocrazia, servizi sociali (minori a rischio e asili nido in testa) e lavoro, permettere agli abusivi di mettersi in regola”.
“Legalità” è la parola ripetuta come un mantra durante il dibattito, il vice sindaco Marco Consoli avverte: “Su questo terreno non faremo sconti a nessuno”. Su un punto è molto realista: è presto per fare bilanci sull’azione di governo e prevedere risultati certi. “Non sono nelle condizioni di dare delle scadenze, i frutti si raccoglieranno a fine mandato”. Tuttavia, con una punta di orgoglio dice: “In due mesi siamo passati dalla straordinaria all’ordinaria amministrazione, dal pagamento puntuale degli stipendi dei dipendenti comunali alla messa su strada, non di nuovi mezzi, ma di bus di proprietà dell’Amt custoditi nei depositi”. “Prima su strada c’erano sessanta mezzi oggi cento venti e non perché siano arrivate nuove risorse ma perché stiamo amministrando meglio”. Il dibattito si apre con un excursus storico affidato all’ex consigliere comunale Franco Montemagno. La “memoria storica del movimento” fa un panegirico della giunta Bianco degli anni novanta elencando una serie di fiori all’occhiello della compagine governativa: “Riorganizzazione della macchina comunale e del centro storico, iniziative culturali di spessore, asili nido trasformati in strutture all’avanguardia”. Un’epoca di fasti rispetto a quella successiva guidata dal “duo Scapagnini- Lombardo che ha portato al dissesto a causa di provvedimenti come assunzioni sfrenate nelle partecipate e la nomina di circa duecento in sette anni”.
Francesco Navarria ripercorre le tappe salienti “l’era Stancanelli”, un’epoca di “inganni e mistificazioni”. Navarria dà un consiglio ai suoi: “Non commettiamo l’errore di declinare i tempi al futuro, imponiamo questa regola al sindaco Bianco”. Poi un monito: Catania ha perso cento mila abitanti in favore dei paesi limitrofi in pochi anni creando un disequilibrio tra le entrate nelle casse comunali e il numero di abitanti che fruiscono dei servizi. Un primo passo potrebbe essere la creazione della città metropolitana. Liborio Benedetto, ex consigliere di quartiere, sottolinea l’importanza del ruolo dei consigli delle municipalità, “una fucina di idee per gli assessori”.
Rosario Gelsomino, consigliere comunale e Presidente della Commissione Urbanistica, sulle grandi opere spiazza un po’ tutti. “ Il progetto del Prg non lo conosco benissimo, la commissione si è insediata da poco da notizie che ci sono arrivate è in standby l’amministrazione vorrebbe rivederlo”. Un’idea che al consigliere non piace troppo. Sul Pua e Corso dei Martiri dice: “La mia idea personale è di avviare subito i cantieri”. Una proposta giustificata dalla volontà di non perdere troppo tempo. Sul Prg questa voglia di celerità è meno intensa perché, secondo il consigliere, il progetto andrà comunque calibrato sulla nascita delle città metropolitane. Ersilia Saverino sogna “una città normale” e preferisce restare sul vago quando un lavoratore del Bellini seduto in sala coglie la palla al balzo, durante un passaggio del discorso della consigliera sulla centralità della cultura, chiede del futuro dei teatri. L’argomento è vasto e il tempo a disposizione poco.
Subito dopo ci pensa Giuseppe Caudo ad animare gli animi. L’argomento è scottante: le partecipate. “Il Sindaco Bianco – dice Caudo – ci faccia sapere lo stato attuale dei bilanci delle partecipate e soprattutto qual è la società più dissestata e noi del Megafono ci assumiamo l’impegno di risanarla”. “Zero macelleria sociale – promette Caudo – tutti i lavoratori saranno garantiti, ma assicuriamo tempi duri a chi invece si è arricchito a spese della collettività”.
L’assessore Luigi Bosco prosegue la sua strenua difesa dell’abbattimento del ponte di Tondo Gioeni rendendo note una serie d’irregolarità tecniche dell’opera tra le quali l’altezza “fuori norma, tre metri e mezzo invece dei cinque previsti per legge”. Bosco riprende un noto cavallo di battaglia: l’emergenza sismica e la necessità di mettere in sicurezza le scuole. Consoli conclude la kermesse sbandierando due obiettivi raggiunti dalla giunta: i cantieri servizio che daranno lavoro per tre mesi a novecento catanesi (lunedì i piani verranno depositati alla Regione) e avere già sbloccato settanta milioni di fondi comunitari legati a quattro progetti che “giacevano nei cassetti della vecchia giunta”.
Infine Consoli, tornando sul tema della legalità, svela all’uditorio di avere denunciato in Procura “un grave reato di cattiva burocrazia” dopo la segnalazione ricevuta da un cittadino. Un primo passo per una “opera di rinnovamento che investirà settori delicati della macchina comunale” che Consoli si impegna a portare avanti. Del resto il Megafono, come dice lo stesso vice sindaco: “E’ primo azionista del governo Bianco”.