Messina, applausi per le bare di Viviana e Gioele come ultimo saluto

Lacrime e applausi: l’ultimo saluto a Viviana e Gioele VIDEO

Il dolore della famiglia Mondello e i tanti interrogativi rimasti insoluti
IL GIALLO DI CARONIA
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MESSINA – Un applauso scrosciante, come la pioggia che scendeva senza sosta a Messina, ha accolto all’uscita dal Duomo le bare di Viviana Parisi e Gioele Mondello oggi pomeriggio al termine dei funerali (FOTO) che si sono svolti in una chiesa gremita di persone. Daniele Mondello, padre di Gioele (4 anni) e marito di Viviana (43), non si dà pace: abbraccia i due feretri, piange disperato e angosciato e sembra ancora non voler lasciare andare i familiari.

“Non perdiamo la speranza”

Non sono bastate le parole di don Cleto D’Agostino, che lo conosce bene perché è parroco di Venetico dove la famiglia abitava e che ha cercato di rincuorarlo: “Viviana e Gioele non avevano il cuore spento, non perdiamo nemmeno noi la speranza – è un passaggio dell’omelia -. Sentiamoci in famiglia, sono veramente onorato di essere stato il parroco di una bella famiglia come quella Mondello-Parisi  e non dimenticherò mai come sono stato accolto da loro prima e dopo la nascita di Gioele”. Il sacerdote ha poi aggiunto: “Sono lieto che oggi in tanti siamo  qui vicini, e pochi giorni fa una  scuola di Venetico è stata dedicata Gioele.  Condividiamo in questo momento insieme. Dopo tanta attesa e ora che le carte hanno detto la loro verità, cala il sipario ma non è la fine di tutto. Ora è il momento della preghiera e qui in chiesa tutti pregano diffidate dalle ribellioni, ricordiamoci che la partita  si gioca non solo in questa vita – ha continuato -. La verità è che la morte non la fine della nostra vita ed è il momento di pregare e di affidarci nelle mani di Dio anche quando ci sono   momenti inspiegabili,  quando perdiamo le nostre certezze dobbiamo trovare la forza”.

Come tutto iniziò

Per Daniele Mondello è comunque  una tragedia che è iniziata tempo prima: un anno, tre mesi e 10 giorni fa, quando moglie e figlio uscirono di casa per andare a Milazzo a comprare le scarpe al bimbo senza fare più ritorno. Ogni giorno ha pregato per trovarli, poi ha saputo dalle forze dell’ordine che alcuni testimoni avevano detto di aver visto la donna a Caronia scavalcare il guardrail e avviarsi verso i boschi che costeggiano la strada, dopo aver avuto un incidente senza conseguenze. Erano scomparsi tra le campagne di Caronia, dove anche Daniele li ha cercati con i familiari insieme ai vigili e alle e forze dell’ordine per giorni prima di cadere nella disperazione quando è stata ritrovata prima Viviana (l’8 agosto) e poi Gioele (il 19), da un uomo giunto per aiutare nelle ricerche.

La battaglia legale

Mondello, assistito dai suoi legali, ha iniziato quindi una battaglia alla ricerca della verità combattendo contro tesi assurde e anche in disaccordo con l’ipotesi poi poi formulata dalla Procura. Si è a lungo indagato per capire se la morte della madre e del piccolo fosse da attribuire a una terza persona e invece, secondo i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Patti, Viviana Parisi è morta gettandosi dal traliccio ai piedi del quale è stata ritrovata senza vita, mentre non c’è alcuna certezza sulla causa del decesso del figlio a causa dello stato di conservazione dei resti. Viene comunque escluso per entrambi che la morte sia stata provocata dall’aggressione di animali selvatici o di un uomo.
Dopo settimane di prove e analisi dei reperti la Procura ha poi archiviato a luglio il caso, ipotesi poi confermata dal gip qualche giorno fa.

“Troppi interrogativi non risolti”

Il criminologo Carmelo Lavorino, consulente dei legali della famiglia, non crede a questa ipotesi del gip: “Un deludente copia-incolla della richiesta di archiviazione della Procura intriso di illogicità e forzature. Contiene contraddizioni, salti logici, superficialità e interrogativi non risolti. Ad esempio, non spiega come mai Viviana avesse i piedi nudi e le scarpe slacciate e ritiene che le scarpe le siano cadute durante il lancio o durante la fase di salita ma non spiega come mai sui dodici profilati di metallo non ci fosse alcuna traccia di Dna di Viviana (nemmeno sotto le basi); non spiega nulla sulla posizione finale del corpo incompatibile con un lancio da otto metri; fa molta confusione; non risponde a nessuno dei nostri interrogativi”. Lo stesso avvocato Venuti dichiara: “Oggi è un momento triste. È nostra intenzione comunque valutare la possibilità di azioni, dopo avere analizzato il decreto di archiviazione. Daniele non si arrende. E neanche i suoi legali che lo hanno sempre appoggiato, fin dall’inizio di questa triste vicenda. Certamente non possiamo accettare, come non lo accetta la famiglia, la tesi dell’omicidio suicidio”.

“Io vado avanti”

Mondello stesso non demorde (“Io vado avanti fino alla fine”, ha detto oggi VIDEO) e ha presentato una denuncia contro i vigili del fuoco per capire se Gioele si sarebbe potuto salvare se questi avessero visitato prima i filmati dei droni in cui il corpo della donna si vedeva sotto il traliccio già il 4 agosto, il giorno dopo la scomparsa. Chiede di indagare se Gioele, che invece non si vede nelle immagini, poteva essere ancora trovato o se, avendo prima i corpi, si sarebbe potuto ottenere qualche elemento più chiaro sulla loro morte. Tutte ipotesi sulle quali indagherà la magistratura ma intanto il dolore di Daniele e dei familiari è immenso: hanno perso due persone care e hanno ancora i dubbi sulla loro morte. Per loro non è stata messa la parola fine sulla vicenda e Mondello ha assicurato che proseguiranno fino ad arrivare ad un’altra verità.
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