L'appalto del metano, le bancarotte | La spugna della prescrizione - Live Sicilia

L’appalto del metano, le bancarotte | La spugna della prescrizione

L'imprenditore Pietro Ciulla

Il processo riguardava le bancarotte fraudolente delle tre società che curarono la metanizzazione di Palermno negli anni Novanta. Gran parte delle accuse contestate all'imprenditore Pietro Ciulla sono state dichiarate prescritte.

PALERMO – La prescrizione cancella tre quarti di processo. Resta in piedi una sola delle tre bancarotte fraudolente, ma la pena andrà rideterminata al ribasso. Così ha deciso la Cassazione al processo che vedeva imputato l’imprenditore palermitano Pietro Ciulla, amministratore della “Mediterranea costruzioni srl”, della “Cogepa” e della “Edilcom srl”.

Sono tre società che negli anni Novanta realizzarono parte della metanizzazione della città di Palermo. Ciulla finì anche in cella con l’accusa di avere pilotato il fallimento delle imprese in modo da pagare una mega tangente a Cosa nostra. E così all’inizio gli venne contestata anche l’aggravante di avere commesso il reato per favore la mafia. Un’ipotesi caduta già al dibattimento di primo grado.

Nonostante ciò arrivò una condanna ad otto anni di carcere in Tribunale, divenuti cinque anni e mezzo in appello. Ora i giudici della Suprema corte sanciscono la prescrizione della fetta principale del processo. È rimasta in piedi solo la vicenda Cogepa che tra le tre era quella meno pesante dal punto di vista economico. Per la “Mediterranea costruzioni” e la “Edilcom” la bancarotta si attestava, infatti, sui 70 milioni delle vecchie lire. La sentenza relativa alla Cogepa – annullata con rinvio – torna in appello. Sembra inevitabile che la condanna sarà rivista al ribasso. Non è una questione di poco conto perché dall’entità dipenderà la sospensione condizionale della pena. In pratica, Ciulla, difeso dall’avvocato Marcello Montalbano, dovrebbe evitare il carcere.

La sentenza della Cassazione arriva ad un anno di distanza da un altro provvedimento emesso dal giudice civile che ha riconosciuto alle ex società di Ciulla, oggi affidate ad un curatore fallimentare, un risarcimento danni di circa 20 milioni. L’Amg, infatti, aveva ritardato i pagamenti per i lavori della metanizzazione. L’ex municipalizzata la pensava diversamente. Considerava inadempienti le imprese, ma rinunciò al ricorso in appello, preferendo pagare una transazione.

Ciulla si dice ancora oggi convinto che se avesse ricevuto “i soldi che mi spettavano non sarebbe andata a finire in questa maniera”.


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