Micciché incontra Berlusconi | Partito "blindato" in Sicilia - Live Sicilia

Micciché incontra Berlusconi | Partito “blindato” in Sicilia

Si avvicina lo strappo della Carfagna. Ma i siciliani intendono restare in Forza Italia.

Il retroscena
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Mara Carfagna con un piede sempre più fuori da Forza Italia. Ma dalla Sicilia, in caso di scissione centrista, la classe dirigente del partito berlusconiano, anche quella come la Carfagna allergica alla convivenza con Salvini, non sembra interessata ad avventure scissioniste. Proprio ieri c’è stato un faccia a faccia alla sala vip dell’aeroporto di Punta Raisi tra Gianfranco Micciché e Silvio Berlusconi. Il Cavaliere era a Palermo per il processo Trattativa, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere. E la discesa in Sicilia è stata l’occasione per un incontro con il commissario regionale del partito e presidente dell’Ars. Quel Gianfranco Micciché che fino al recentissimo passato ha assunto posizioni non dissimili da quelle di Mara Carfagna sull’alleanza con la Lega, ma che vuole restare saldamente in Forza Italia, così come la classe dirigente siciliana del partito, che pure qualche mese fa aveva guardato alla Carfagna come un punto di riferimento nazionale in chiave sudista.

A Roma, ormai, il partito è ai ferri corti con Carfagna e i rumours su un’altra scissione, dopo quella di Giovanni Toti, si fanno insistenti. I quotidiani nazionali ipotizzano a breve la nascita di gruppi parlamentari separati. Ma se così sarà, non dovrebbero esserci siciliani della partita. Carfagna nei giorni scorsi ha aperto a Italia viva: “Se Matteo Renzi dichiarasse di non voler sostenere più questo governo di sinistra, ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione”. Salvo poi specificare che lei e Renzi stanno in due campi diversi e che la sua scelta rimane il centrodestra. Dove qualcuno pensa, ora anche ad alta voce, di offrirle la candidatura a presidente della Campania, dove però si voterà a maggio. Ma è difficile che la convivenza possa protrarsi fino ad allora.

Per Berlusconi ormai la misura è colma: “Far intendere che ci sia bisogno di un nuovo e diverso contenitore per i liberali e i moderati significa essere in malafede o ignorare la realtà – ha detto il leader di Forza Italia -. E’ irrispettoso per la mia storia parlare di un appiattimento ad una generica destra sovranista”. E ancora: “Chi vuole fare la stampella a questo governo è irresponsabile, fuori da Forza Italia non c’è futuro per nessuno”.

Ma se al Sud un pezzo del partito guarda ancora alla possibile leadership di Carfagna in una nuova avventura (scommettendo sulla durata della legislatura), in Sicilia le sirene di scissione non fanno presa. E nel weekend i forzisti siciliani si vedranno per una kermesse a Catania organizzata da Marco Falcone, una due giorni per certificare che il partito in Sicilia ha ancora il suo peso. Un peso che i forzisti vogliono far valere nel caso – che nessuno esclude oggi – di elezioni anticipate per strappare un congruo numero di collegi uninominali.


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