"Micciché parla da guida dell'Ars | o da commissario di Forza Italia?" - Live Sicilia

“Micciché parla da guida dell’Ars | o da commissario di Forza Italia?”

Parla il capogruppo di Db Alessandro Aricò. "Allargare la maggioranza? Prima bisogna ricompattare la coalizione"

L'intervista
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Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, non sono giorni facilissimi per la vostra coalizione. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché dopo l’ennesimo passo falso in Aula ha detto che o le cose si risolvono o meglio andare a votare.

“Bisognerebbe capire una cosa: se Micciché parla in nome del ruolo che riveste all’Assemblea o come commissario del partito di maggioranza relativa del centrodestra. Questo non si evince. Dopo di che sono sotto gli occhi di tutti i numeri dell’Aula, chi erano gli assenti e chi i presenti. Poi votare per fare cosa? Significa dire di aver fallito l’obiettivo. E noi riteniamo che il governo non abbia fallito anzi che stia facendo i miracoli”.

Quali?

“Sui rifiuti e sui fondi europei, ad esempio, i progressi sono evidenti”.

A Roma non sono d’accordo.

“E sappiamo com’è finita, col ministro che sconfessa il ministero. Dopo di che c’è un problema d’Aula. Concordo sul fatto che l’opposizione deve fare l’opposizione e la coalizione di governo deve svolgere il suo ruolo. Ci vuole la responsabilità di tutti i gruppi per assicurare la presenza. L’altro giorno noi avevano un solo collega assente, per ragioni che conoscevamo, ma noi siamo sempre tra i gruppi più presenti”.

Micciché ha accennato anche alla possibilità di allargare la maggioranza. Che ne pensa?

“Anche lì non capisco. Lui dice che l’opposizione fa il suo dovere e poi vuole allargare la maggioranza all’opposizione. Secondo me invece dovremmo serrare i ranghi della coalizione di governo, dopo di che su alcune riforme confrontiamoci con l’opposizione. Questa è sempre stata la tesi di Musumeci e di Diventerà Bellissima. Poi, se dopo le elezioni si formeranno altri gruppi parlamentari che non si riconoscono più nei due partiti che compongono quasi interamente l’opposizione, allora saremo pronti a confrontarci”.

Qui intanto far passare le leggi in Aula è diventata un’impresa…

”In alcuni casi le assenze sono croniche. Bisogna guardare a cosa c’è dentro la coalizione d governo. È possibile che alcuni deputati sono a Palazzo e non entrano in Aula? Vogliono lanciare messaggi? A chi? Un deputato risponde al proprio elettorato, dentro l’Aula e non fuori. Quindi prima di tutto si deve ricompattare la maggioranza esistente, poi semmai si parla di allargare. Per mantenere il numero legale servono 32 deputati. Noi in teoria siamo 36”.

L’altra volta mancavano pure gli assessori.

“Non tutti a onor del vero. Grasso e Cordaro c’erano, credo anche Falcone. Il presidente della Regione ha mille impegni, ci può stare”.

C’è poi il tema del rapporto col governo nazionale. Che si è inasprito negli ultimi tempi, sulle infrastrutture prima e sui rifiuti poi. Non è che alla fine ci perde solo la Sicilia?

“Il rapporto complicato ce l’hanno con loro stessi. Sono una contraddizione vivente. Sui rifiuti il ministro smentisce il ministero, termovalorizzatori sì, termovalorizzatori no… Il rapporto con questo governo nazionale, lei dice, ma con chi? Toninelli dice di avere sbloccato strutture che hanno fatto altri, sulla rete ospedaliera abbiamo visto una polemica che non si capiva. Il governo nazionale piuttosto ci indichi cosa ha intenzione di fare per la Sicilia. Noi oggi queste cose non le abbiamo viste. Ci tengo a dire che il presidente Musumeci è estremamente rispettoso verso le Istituzioni, per lui è prioritario questo”.

Sentendola sembra che ci sia un problema con i grillini. Ma a Roma al governo c’è anche la Lega, vostro alleato.

“Sì, in Sicilia tutta la coalizione riconosce l’imprimatur anche di Matteo Salvini ad aver definito la candidatura di Musumeci. I rapporti col deputato della Lega all’Ars sono assolutamente distesi e lui è sempre a fianco della coalizione di governo. Poi la Lega, per i meccanismi di comunicazione, sembra quasi che non sia al governo. Noi riteniamo che possa essere un buon alleato ma secondo me deve ancora esprimere il suo potenziale in Sicilia che a oggi è inespresso”.

Magari lo farà alle Europee. Dove Diventerà Bellissima ha scelto di restare alla finestra. Sarete equidistanti?

“Non sosterremo nessun candidato. Stiamo valutando la possibilità di fare degli incontri programmatici per rinsaldare le fila del nostro movimento, Vogliamo essere ancora più vicini alla gente”.

Voi non voterete nessuno ma uno di voi si candida, Raffaele Stancanelli…

“Era stato deciso durante il congresso regionale di non partecipare al voto. Il deliberato è quello. E noi ci teniamo a rispettare quanto deliberato. Si creerebbe veramente confusione altrimenti. Se il sistema elettorale fosse diverso e lo sbarramento fosse regionale, ci saremmo presentati con il nostro simbolo”.

E poi, dopo il voto? Resta in piedi l’idea di lavorare con Toti a un nuovo soggetto di centrodestra?

“Sì. Con Toti non lo so. Lui oggi è un esponente autorevole di Forza Italia, bisogna chiedere a lui. Noi certamente abbiamo intenzione di lavorare a un nuovo soggetto nazionale e vorremmo farlo da soci fondatori. Siamo di centrodestra e puntiamo a quelle sensibilità che possano affiancare la Lega. È un’idea che piace molto al presidente Musumeci e al nostro movimento”.

In questo cammino lo mettete nel conto che Forza Italia vi possa vedere come competitor?

“Forza Italia esiste da 25 anni e ha dimostrato che in Sicilia ha ancora un largo consenso. Noi siamo un movimento regionale e riteniamo di avere un significato importante. Qui si ricostituisce la voglia di centrodestra con l’elezione di Musumeci: abbiamo rappresentato uno spartiacque dopo le sconfitte seriali. Ricordiamo lo schema del Pdl, con cui si vinse tutto. Ed era alleato con la Lega”.

 


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