Miceli-Sala, 'scazzottata' sull'orrore delle bare ferme ai Rotoli

Miceli-Sala, ‘scazzottata’ sull’orrore delle bare ai Rotoli

Lo scontro verbale sul cimitero apre una fase nuova della campagna elettorale di Palermo.
PALERMO 2022
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Franco Miceli (nella parte destra della foto) ha avuto un bel coraggio, perché da candidato sindaco palermitano del centrosinistra che c’è e che ci sarà non deve essere semplice mettere il dito nella piaga del centrosinistra che c’era e che c’è. Ma, dopo tante storie dell’orrore raccontate sulle bare accatastate del cimitero dei Rotoli, la voce di ‘Sarò Franco’ (secondo slogan) è apparsa inappuntabile: “Le bare accatastate sono una ferita aperta e finché l’ultima bara non sarà sepolta nessun assessore, tecnico dell’area, dipendente, dirigente, andrà in ferie (…). Una vergogna che fa particolarmente male perché a subire l’attesa sono le famiglie meno abbienti della città, quelle che non si sono potute permettere l’acquisto di una sepoltura. Come è potuto accadere? Difetti di pianificazione certo, ma anche un sistema clientelare che le inchieste giudiziarie hanno scovato e smantellato”.

Di seguito la replica dell’assessore ai cimiteri Toni Sala: “Sull’emergenza cimiteri a Palermo in tanti fanno demagogia, senza sapere neanche di cosa parlano; spiace che perfino Franco Miceli, candidato sindaco del centrosinistra, cada in questo errore dimostrando di preferire i fantasiosi proclami alle risposte concrete, pur essendo il candidato sindaco delle forze politiche che governano la città. Sarebbe bastata una telefonata”.  Una risposta che qui si può leggere per intero, con annessa rivendicazione delle ‘cose fatte’. La controreplica di Miceli ha mantenuto il punto, con qualche distinguo.

Cosa sta succedendo nel centrosinistra palermitano alla luce di quest’ultima e metaforica ‘scazzottata verbale’ – un ‘uno due’ assai polemico, nonostante la forma rispettosa – su una vicenda arcinota che rappresenta una delle tante ferite non sanate dell’amministrazione Orlando? Succede che Franco Miceli ha capito, probabilmente, che deve andare dritto al cuore dei problemi della città, senza guardare in faccia nessuno. Altrimenti la sua campagna rischia di essere finita prima di cominciare.

Non a caso, nella controreplica, il suo ufficio stampa chiarisce: “L’indignazione dei nostri concittadini è sacrosanta ed esige impegni precisi da parte di chi si candida a governare la città di Palermo. Non ci sono dubbi che il sindaco potrà contare sulla cooperazione e il massimo impegno dei dipendenti comunali per restituire dignità alla nostra città”. E’ l’indicazione di una rotta critica e libera che non può certo piacere agli orlandiani e a chi ha detenuto il potere negli ultimi cinque anni.

Ma la strategia del sindaco-architetto è l’unica che possa fornirgli una concreta opzione di spuntarla, sfruttando la crisi del centrodestra: evitare di polemizzare, in astratto, sulla falsariga del dibattito continuità-discontinuità e dirigersi verso il cuore delle cose, chiamandole con il loro nome. E che il cimitero dei Rotoli, con le sue bare accatastate, resti comunque una vergogna non è una affermazione che si possa confutare.


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