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Mineo, interviene Ragusa: |”Nel 2013 sostenevo il Megafono”

Riceviamo e pubblichiamo.

Diritto di replica
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CATANIA – Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Paolo Ragusa, ex presidente della Sol Calatino, la coop che gestiva il Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo. L’imprenditore è coinvolto nell’inchiesta giudiziaria che vede indagati diversi soggetti per presunta corruzione finalizzata ad acquisire il controllo delle cooperative sociali presenti nel territorio di Mineo e degli appalti affidati dal Comune di Mineo alle cooperative sociali. Ecco la lettera:

“Ho la necessità, ma anche il dovere di intervenire per chiarire alcuni aspetti della vicenda, ovviamente quelli di natura politica, dato che per definire la verità giudiziaria, rispettosamente, discuteremo nelle aule giudiziarie e non sulle pagine dei giornali. Non è’ stato l’onorevole Castiglione a presentarmi il dottor Odevaine che ho invece incontrato al CARA di Mineo, per la prima volta, alcuni mesi dopo la prima gara dell’Agosto 2011″.

“Per coinvolgere e screditare l’onorevole Castiglione vengo definito come uomo di fiducia dello stesso, ma così non era, almeno all’inizio della gestione, perché io non ero legato politicamente all’attuale sottosegretario. Anzi, alle elezioni politiche del 2013, al senato, ho sostenuto pubblicamente, in più circostanze, la lista del “Megafono” per apprezzamento verso il sen. Lumia, la cui candidatura di certo non era sponsorizzata dall’on. Castiglione”. 

“Non credo che una persona fortemente compromessa, per come mi descrive il dottor Odevaine, avesse mai potuto esprimere la propria opinione così in libertà. Solo successivamente ho deciso di aderire al progetto politico del NCD, dopo avere apprezzato sul campo la serietà dell’impegno istituzionale e politico dell’onorevole Castiglione, facendo proselitismo tra le persone che erano più vicine a me e che liberamente, come da una di esse dichiarato ai P.M., decidevano di aderire o meno”. 

“Io inviterei alla cautela prima di acquisire come verità tutte le ricostruzioni, alcune delle quali appaiono eccessive e vanno tutte dimostrate, basti pensare che vengo persino accusato della corruzione elettorale di due persone ( peraltro una era designata assessore del candidato sindaco concorrente alla Aloisi) che non erano iscritte nelle liste elettorali del comune di Mineo e che quindi non potevano scambiare il loro voto. In più contestando delle assunzioni avvenute non nel 2013 (come erroneamente si registra nell’avviso di conclusione delle indagini) ma solo nel 2014, a distanza di circa un anno dalle elezioni locali. Assunzioni alle quali mi risulta si sia dato corso solo per i meriti professionali degli interessati, dato che in un caso si tratta di un docente universitario e nell’altro di un avvocato”.

“Ma in generale mi sembra fuori luogo il perbenismo con il quale si vuole derubricare come scandalo la libera iniziativa politica di alcuni cittadini, dirigenti o semplici dipendenti delle cooperative sociali. Esiste nel nostro Paese un divieto di associazione politica o una limitazione delle libertà civili dei cooperatori? Inoltre io rivendico l’adesione prima e il voto dopo al NCD, in occasione delle elezioni europee, come una esclusiva manifestazione di apprezzamento dei cittadini al lavoro svolto sul territorio. Chi si era assunto delle responsabilità per creare occupazione e ricchezza nella zona, perché non doveva essere premiato dagli elettori?” 

“E non è vero che il personale del CARA veniva selezionato sulla base dell’appartenenza al NCD, non escludendo assunzioni di operatori con questo ma come con altro orientamento politico, tanto che ad esempio ricordo che dopo le elezioni amministrative di Mineo, vennero assunte persone che avevano apertamente sostenuto il candidato sindaco avverso alla Aloisi. Così come nessuno dice che al CARA di Mineo sin dal suo avvio ha sempre lavorato il cognato del medesimo candidato sindaco ostile alla Aloisi, senza che lo steso subisse mai (come era naturale ed ovvio che fosse) nessun tipo di ripercussione per l’impegno politico del parente. Nella ricostruzione della presunta pratica del “voto di scambio” fa specie notare che gli accusatori siano quasi esclusivamente oppositori politici locali, con l’aggiunta di un solo dipendente (non del CARA) al quale non è’ stato rinnovato il contratto. Appare evidente in queste espressioni il comune denominatore del sentimento della vendetta, personale o politica che sia.

Che le persone per senso di riconoscenza e gratitudine ( non solo del beneficio personale ma anche dell’attenzione al territorio), ma di certo non sotto ricatto, in alcune circostanze potessero sostenere le mie scelte politiche, può provocare invidia ma non può essere considerato un reato. Io sono impegnato in politica da quando avevo 10 anni e sono stato consigliere comunale a Mineo del PDS prima e dei DS dopo, negli anni 90, quando ancora il CARA di Mineo non era immaginato da nessuno, ottenendo sempre più che lusinghieri risultati elettorali”.

“Ma quello che più di ogni cosa desidero precisare è che il mio impegno prevalente in questi anni, contrariamente a quello che fanno apparire le cronache giudiziarie, non è stato orientato alla ricerca del consenso elettorale, ma bensì all’organizzazione di una buona accoglienza dei migranti in armonia con le necessità di integrazione con il territorio. Sì, certo, io avrò anche avuto delle pretese nella gestione del CARA e tra queste forse la più fastidiosa, per tanti, era quella di volere che nel Calatino, ma in particolare a Mineo, agli inevitabili disagi provocati dall’accoglienza di un numero esorbitante di immigrati, corrispondessero benefici per la popolazione locale. Mi sembra invece che a tutti i costi si debba passare da Ragusa (Paolo) per arrivare al NCD e pur di denigrare questa formazione politica non ci sia nessuno scrupolo a calpestare la dignità di una persona, che come nel mio caso, continua a subire un indegno processo mediatico, senza la possibilità di esercitare un adeguato diritto di replica”.

 

 


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