"Mio marito ha un tumore | Pronta a chiedere la grazia" - Live Sicilia

“Mio marito ha un tumore | Pronta a chiedere la grazia”

Il garante dei detenuti: "Caso da risolvere in fretta". Le parole del ministro.

Parla la moglie di Dell'Utri
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ROMA – “Mio marito è entrato in carcere con patologie pregresse molto forti, è stato operato tre volte, aveva il diabete già da 15 anni. Questo è stato messo in dubbio dal tribunale di sorveglianza, come se recitasse una commedia”. Lo afferma Miranda Ratti, moglie di Macello Dell’Utri, in una conferenza stampa nella sede del Partito Radicale, spiegando che al marito, ex senatore di Forza Italia detenuto a Rebibbia per scontare una pena di sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, “il 20 luglio è stata fatta la diagnosi di tumore, e a oggi non è stato fatto niente”.

“Mio marito ha diritto o non ha diritto a essere curato?”, sottolinea la signora Ratti, ricordando che “a seconda dei tribunali di sorveglianza, ci sono alcuni giudici che concedono le cure a casa anche a detenuti in 41bis. E il tribunale di Sorveglianza di Roma, a una persona nelle stesse condizioni di mio marito con un adenocarcinoma prostatico, ha concesso di sottoporsi per 5 mesi a una radioterapia in una struttura esterna. A mio marito, invece, si dice che questo si può fare in carcere”. Ora, “avendo il tribunale di sorveglianza decretato la compatibilità” della sua prognosi con la detenzione in carcere “lui si ritrova a dover essere curato nell’infermeria del carcere, il cui responsabile ha già detto per ben due volte di non poterlo curare”. Le dichiarazioni del medico sono state, infatti, valutate dal tribunale di sorveglianza, assieme a due perizie di segno opposto, e ha comunque deciso di negare a Marcello Dell’Utri la sospensione delle pena per motivi di salute. “Ora – aggiunge la signora – la ci sono delle strade, si può fare ricorso in Cassazione, ma i tempi sono lunghi e vi lascio immaginare quante volte può morire una persona”. Miranda Ratti si rivolge, infine, ai parlamentari: “è vergognoso che un rappresentante delle istituzioni mandi un messaggio del tipo ‘sbattetelo in prigione e buttate via la chiave'”.

“Questo caso deve essere risolto e con urgenza, perché non possiamo pensare ai tempi della Cassazione, e ci deve far riflettere sulle deriva che abbiamo preso come Paese negli ultimi vent’anni”. Lo dice il garante dei detenuti Maura Palma, alla conferenza stampa, nella sede del Partito Radicale, di Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri che ha segnalato la gravità delle condizioni dell’ex senatore, affetto da patologie cardiache e oncologiche e detenuto a Rebibbia. “La certezza della pena non è collegata alla ‘fissità’ della pena. La pena è certa ma l’esecuzione non può che essere elastica – sottolinea -. Nel caso Dell’Utri il pericolo è che al diritto penale sia dato un valore simbolico. Non entro nella decisione dei magistrati, ma devo dire che questo sapore lo avverto: c’è un valore simbolico che è molto grave, e fa sì che l’azione giuridica non sia vincolata alla legalità ma regolata dal consenso esterno”. Palma spiega di essere stato a trovare Dell’Utri, “mi ero creato un’idea concreta della sua situazione e mi era sembrata abbastanza strana la tempistica con cui il tribunale di sorveglianza aveva fissato la decisione”.

(ANSA).

*Aggiornamento

Chiedere la grazia al presidente della Repubblica? “Lui non la vuole, ma se fosse l’unica possibilità di salvargli la vita la chiederò”. Risponde così all’ANSA Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri a margine di una conferenza stampa. Dopo il no del tribunale di sorveglianza alla sospensione della pena per motivi di salute, l’ex senatore detenuto a Rebibbia ha annunciato lo sciopero della fame e delle cure.

Il ministro Orlando

“Che Dell’Utri non sia stato curato non mi risulta. E’ ragionevole interrogarsi sul fatto se, a fronte di un peggioramento della situazione, il contesto sia ancora quello giusto e quindi quello adatto a dargli quelle cure. Che non sia diano cure, questo no”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando a “Un giorno da pecora”, rispetto alla situazione di Marcello Dell’Utri, detenuto a Rebibbia e affetto da un tumore alla prostata. Orlando ha sottolineato che pronunciarsi esattamente sulle condizioni di Dell’Utri e sul modo in cui viene curato, “compete al tribunale di sorveglianza”, che pochi giorni fa ha respinto la richiesta di sospensione della pena presentata dai legali dell’ex senatore. “Se ci fossero degli elementi che non sono stati ravvisati – ha aggiunto il ministro – si deve fare un approfondimento, ma normalmente quello che succede quando un detenuto chiede queste cose è verificare questi presupposti, e secondo la legge questo va fatto dal tribunale di sorveglianza”. E “il problema non è tanto valutare le sue condizioni quanto piuttosto se in quella realtà sono in grado di dargli un adeguato trattamento”. (ANSA).

 


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