Misilmeri, pizzo e pompe funebri: 6 arresti, mister X torna in carcere

Pizzo e pompe funebri: 6 arresti, mister X torna in carcere

Tre imprenditori nel mirino. Il figlio del capomafia si era ripreso il potere

PALERMO – L’operazione è stata denominata “Fenice” perché come il mitologico uccello la cosca mafiosa era rinata dalle ceneri dei precedenti blitz. Nella notte i carabinieri hanno arrestato sei persone a Misilmeri.

Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. I personaggi chiave sono Cosimo Michele Sciarabba, considerato il capo, ed Alessandro Ravesi, suo fidato collaboratore.

Volti noti, soprattutto quello di Sciarabba, 49 anni, figlio di Salvatore che del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno è stato il capo.

Misilmeri
Quando Cosimo Michele Sciarabba (in rosso) arrivò al summit a braccetto del capomafia, poi assassinato

Nel 2011 i boss furono convocati a Palermo dal reggente del mandamento di San Lorenzo, Giulio Caporrimo, per ricompattare le famiglie. C’era anche Cosimo Michele Sciarabba che a Villa Pensabene, il luogo scelto per il summit alle spalle del velodromo nel quartiere Zen, arrivò assieme a Peppuccio Calascibetta, capomafia di Santa Maria del Gesù che pochi mesi dopo sarebbe stato crivellato di colpi.

Per un periodo Sciarabba rimase un mister X, poi fu identificato e arrestato. Dopo avere trascorso sette anni in carcere sarebbe ritornato al vertice.

Il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Misilmeri e del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, è in continuità con le operazioni Perseo” (2008), “Sisma” (2009 e 2011), “Jafar” e “Jafar 2” (2015), “Cupola 2.0” (2018/2019) e “Limes” (2022).

Il controllo del territorio avveniva tramite l’imposizione del pizzo e la risoluzione di controversie fra privati, anche con metodi violenti.

Nel mirino degli uomini del racket sono finiti un imprenditore del settore edile che sta costruendo un grosso impianto di rifornimento di carburanti; un imprenditore della grande distribuzione alimentare, proprietario di diversi supermercati; il titolare di un’azienda avicola.

Nel frattempo Sciarabba, avrebbe gestito, tramite un prestanome, un’impresa di ambulanze e servizi funebri a Palermo.


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