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Mori e gli incontri con Ciancimino

Il mistero della trattativa
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Sono quattro gli incontri tra l’allora colonnello del Ros Mario Mori e l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino tra l’agosto e l’ottobre del 1992, nelle settimane in cui Totò Riina, dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio, avvia una nuova strategia volta a colpire lo Stato per come sta applicando il 41 bis. Un “dialogo” che si interromperebbe bruscamente il 18 ottobre, di fronte alla domanda rivolta da Ciancimino al suo interlocutore: “ma voi cosa offrite?”. E’ quanto emerge dall’interrogatorio reso da Mori ai pm della Direzione distrettuale antimafia di Firenze Gabriele Chelazzi e Giuseppe Nicolosi, applicati dalla Procura nazionale antimafia per le indagini sugli attentati di Roma, Milano e Firenze del ’93. I verbali dell’interrogatorio, che l’ANSA è in grado oggi di rendere noti, risalgono all’11 aprile del 2003 e rappresentano una testimonianza diretta di quella che è stata definita come la “trattativa” tra lo Stato e Cosa Nostra. Al magistrato che gli chiede se Ciancimino avesse prospettato “questo disagio di cosa nostra nei confronti di questa nuova versione dello Stato che mette i mafiosi in carcere, di queste severità, di queste asprezze”, Mori risponde dicendo “non mi sembra” anche se invita i magistrati a rivolgere la domanda “a De Donno (il capitano del Ros stretto collaboratore di Mori ndr) che ha avuto più colloqui di me”. Era stato proprio De Donno infatti, ad avviare i contatti con Ciancimino dopo avere sondato la sua disponibilità attraverso il figlio Massimo, incontrato in aereo subito dopo la strage di Capaci. Davanti ai magistrati di Firenze, Mori conferma di avere avuto quattro colloqui con Ciancimino, nel periodo compreso fra agosto e ottobre del ’92: ”Il primo – ricostruisce l’ufficiale – fu più che altro un fare riferimento a situazioni vissute a Palermo con personaggi noti a lui e a me. Nel secondo si parlò della situazione, in funzione di quello che era successo nel maggio con Falcone e poi a luglio in via D’Amelio”. Nel terzo ci fu “l’apertura di Ciancimino – afferma Mori – nel senso che si chiarì: ma voi chi siete, chi vi manda?. Nel quarto, infine, ci fu la rottura”. Alla richiesta di Ciancimino, “ma voi cosa offrite?”, l’ufficiale del Ros avrebbe infatti risposto sollecitando la costituzione dei latitanti, a cominciare da Totò Riina, con l’assicurazione che “tratteremo bene loro e le loro famiglie”. Rispondendo alle domande del Pm Chelazzi, che consulta anche il contenuto dell’agenda dell’ufficiale, Mori conferma inoltre che l’annotazione “interrogatorio V.C.”, alla data del 22 luglio, riguarda Vito Ciancimino. In quella stessa giornata, segnata dalla costituzione del boss Salvatore Cancemi, Mori annota inoltre: “partenza per Palermo con il dottore Caselli, volo pay”. L’ufficiale del Ros afferma inoltre di avere visto Ciancimino “altre volte nel ’93 pero’ era già nella veste di detenuto e escusso dall’autorità giudiziaria, quindi da tutt’altro aspetto”. L’ultimo incontro, secondo quanto affermato dallo stesso Mori, risalirebbe al 31 ottobre del 1993.

Fonte Ansa


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