I funerali di Maria Ruggia, morta all'Ingrassia dopo 8 giorni in barella

Morta all’Ingrassia dopo 8 giorni in barella: l’ultimo saluto a Maria Ruggia

I funerali alla chiesa evangelica di via Carlo Del Prete
PALERMO
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PALERMO – Chiedono verità e giustizia il giorno dell’ultimo saluto. Celebrati i funerali di Maria Ruggia, di 76 anni, rimasta per otto giorni su una barella dell’ospedale Ingrassia di Palermo.

Parenti e amici della donna si sono radunati nella chiesa evangelica Cristo Risorto in via Carlo Del Prete a Palermo.

“C’è consolazione per chi ha fede in Dio perché c’è la certezza che Maria sia tra le braccia di Dio”, ha detto il sacerdote Giuseppe Zarcone.

“Pretendo giustizia per mia mamma. Non abbiamo avuto il tempo di metabolizzare e di capire nulla – ha detto Romina Gelardi una delle figlie – tutti i sacrifici che noi faremo impegnandoci per diffondere questa brutta notizia spero possa aiutare a fare giustizia”.

Rivolgendosi alla mamma ha ribadito un concetto: “Continuo a scusarmi per quello che è successo, perché non è stata colpa sua, forse neanche mia. Non so cosa accadrà, però penso che mia madre da lassù capisca la situazione. Se qualcun altro si è scusato in questi giorni? Assolutamente no e spero che si scusino con Dio, non con me. Noi vogliamo giustizia anche per la gente che è ancora qui”.

Sul corpo della donna è stata eseguita l’autopsia. I familiari ritengono che sia deceduta per un’infezione contratta in ospedale. Solo gli esami daranno il responso. La donna – cardiopatica, con un carcinoma mammario – era giunta a pronto soccorso per le crisi di vomito.

Oltre alla Procura della Repubblica, anche l’Asp, da cui dipende l’ospedale, ha avviato un’indagine interna mentre la Regione ha inviato gli ispettori.

Bonsignore (Cimo): “Non è un caso isolato”

La notizia di una paziente deceduta all’Ospedale Ingrassia di Palermo dopo avere atteso per otto giorni su una barella del Pronto Soccorso ha fatto il giro del web e dei telegiornali, anche nazionali.

“A prescindere dalle cause di morte (ancora da accertare) e dalle condizioni di salute precedenti della paziente – dichiara il segretario regionale della Cimo (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore – è ovviamente un fatto triste e increscioso ma non è un caso isolato, non rappresenta l’eccezionalità bensì quasi sempre la regola perché, se andiamo in giro per i vari Pronto Soccorso della Sicilia, troveremo la stessa identica situazione”.

Bonsignore parla della presenza, nei presidi sanitari, di “una lunga fila di barelle in attesa di un posto letto che non c’è e pazienti e familiari dei pazienti giustamente avviliti che sbraitano (ingiustamente) contro medici e infermieri che non sanno a che santo votarsi, affannati alla continua ricerca di un posto letto libero”


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