Musotto lascia e attacca: | "Lombardo non ama nessuno" - Live Sicilia

Musotto lascia e attacca: | “Lombardo non ama nessuno”

L'ex presidente della Provincia di Palermo: "Non mi ricandido". Poi, si toglie qualche sassolino: "Questo esecutivo non ha concluso nulla. Al governatore non interessa un partito autonomista. E ha sbagliato a non valorizzare Leanza. Micciché? Un passionale, ma oggi è vulnerabile. I Grillini? I siciliani sono troppo seri per votarli".

“Faccio un passo indietro. Non mi ricandido. Questa politica non fa più per me”. Francesco Musotto ufficializza una decisone già annunciata qualche giorno fa, in una conferenza stampa all’Assemblea regionale siciliana, dove non tornerà nella prossima legislatura, ma dove decide di togliersi gli ultimi sassolini dalla scarpa: “Lombardo? Non ama nessuno. E questo governo non ha realizzato nulla”.

Insomma, è il momento di fare un passo indietro, di “togliere il disturbo”. Per lui, che si definisce scherzosamente (perché altri, pare, così lo hanno definito) “un dinosauro”. “Ma non credo che oggi la questione sia generazionale. La gente ha disprezzo per la politica. Un disprezzo che coinvolge tutti, non solo il giovane precario, ma tutte le generazioni. La distanza tra questa politica e la gente ormai è enorme”.

Una distanza, spiega Musotto, resa ancora più ampia da un’attività di governo inefficace, da una legislatura inconcludente, che non ha risolto anzi ha acuito i problemi dell’Isola: “Non siamo riusciti – spiega – ad approvare una norma decisiva, una legge importante, una riforma vera, nonostante avessimo una maggioranza bulgara”. I problemi, tirata la linea di questi quattro anni e mezzo di governo, insomma, sarebbero ancora tutti lì: “In Sicilia esistono ancora 39 società partecipate, con tanto di cda, consulenti e costi impressionati. Il piano di riordino di Armao? Sono passati anni, e siamo sempre allo stesso punto”.

Anzi, negli anni è cresciuta un’altra “cattiva abitudine” della politica: il ricorso a esterni e consulenti. Non a caso finiti recentemente sotto la lente della Corte dei Conti. “Oggi – dice Musotto – gli apici dell’amministrazione sono tutti esterni. Segretario generale, il ragioniere generale, il responsabile ufficio legislativo e legale, fino a pochi giorni fa il direttore della Formazione professionale. Un’abitudine molto dannosa per la Regione: prima di capire come funziona la macchina, infatti, servono mesi. Secondo me – aggiunge – tutti gli esterni dovrebbero andare fuori. Bisognerebbe utilizzare solo le risorse interne, con due immediati vantaggi: quelli di valorizzare e allo stesso tempo motivare i dipendenti della Regione”.

E se il passato è ricco di errori e contraddizioni (“dei quali siamo tutti responsabili, intendo tutta la classe dirigente di questi anni”), il futuro non appare più roseo: “Le faccio l’esempio dell’utilizzo dei Fondi strutturali. Per il periodo 2013-2020 non esiste nulla. Non c’è programmazione, non ci sono riunioni. Non c’è nessuno che ci pensi. C’erano 11 miliardi per la Sicilia. L’Isola poteva cambiare, e non lo ha fatto”.

Problemi con i quali dovrà fare i conti il prossimo governo. Un governo che, però, probabilmente lavorerà in condizioni molto difficili, considerata la grande frammentazione tra candidati. “L’assemblea che verrà fuori da queste elezioni – dice Musotto – presenterà formazioni e coalizioni precarie. Non ci sarà maggioranza. E ci saranno le solite penose mediazioni con i singoli deputati”.

E la soluzione, secondo Musotto, non esiste. O meglio, ne esisterebbe solo una: “Resettare tutto, per due anni. Serve un comitato di salute pubblica. Dovremmo fermarci tutti. E l’avevo detto pubblicamente ai miei colleghi deputati: dimettiamoci. A quest’ora avremmo un governo nuovo. E non questa giunta sfilacciata, che litiga ogni giorno, che si manda le lettere. Allora qualcuno mi diceva che era una follia. Qualcun altro che non voleva perdere cinque mesi di stipendio”.

Intanto, è lui a fermarsi. Nonostante il recente passaggio all’Udc. “Non smetto di fare politica – precisa però Musotto – ma lo farò da libero cittadino. Ma voglio smentire chi ha detto che il sottoscritto non condivideva la scelta dell’Udc di appoggiare Crocetta, persona coraggiosa e dalle tante idee”. Anche perché le altre proposte in campo non convincono l’ex presidente della Provincia di Palermo: “L’accordo tra Micciché e Lombardo? Un mistero. Posso dire, visto che lo conosco bene, ed è un amico vero, che Gianfranco è un istintivo. Ricordo che organizzai un convegno nel 2010 con tutti i partiti autonomisti di Europa. Micciché diede subito l’adesione per un grande partito dei siciliani. Ma Lombardo non ha mai voluto costruire un partito autonomista in Sicilia, perché mai dovrebbe farlo adesso?”.

Anzi, Musotto avrebbe anche messo in guardia l’”amico-Gianfranco”: “Io alcuni giorni fa ho detto a Micciché: stai attento che Lombardo non ti fa arrivare all’accordo con Musumeci. E così è stato. Micciché oggi è più vulnerabile perché è un passionale, ci crede veramente, e da anni ormai. Lombardo invece – prosegue Musotto – è politicamente più cinico: credo non voglia bene a nessuno, tranne che ai componenti della sua famiglia”.

E il cinismo del governatore avrebbe finito, secondo Musotto, per fare vittime illustri: “Un errore madornale è stato quello di non valorizzare le qualità di Lino Leanza, che sarebbe stato un ottimo presidente della Regione. Ne ha tutte le caratteristiche. Lino è un politico di altissimo livello. Ma devo dire che questi errori li hanno commessi un po’ tutti i partiti. Nel Pd, per esempio, conosco gente politicamente bravissima come Bruno Marziano o Elio Galvagno, che vengono un po’ tenuti ai margini. Il Pd? Non si capisce quale sia il vero Pd. Non credo che in queste elezioni si discosterà molto dal 10%. Credo infatti – spiega – che molti giovani di quel partito finiranno per votare Fava, che non sottovaluterei in questa corsa per Palazzo d’Orleans”.

Dove un fattore sorpresa potrebbe essere rappresentato dal Movimento Cinque stelle, che appoggia il candidato Giancarlo Cancelleri. Ma Musotto non ci crede molto: “La Sicilia è troppo seria per votare i grillini”, taglia corto. Diversa l’idea sul candidato del centrodestra Nello Musumeci: “Io votai per lui già nel 2006. Oggi fa parte di un progetto politico che considero vecchio. Ma è un grandissimo politico, un grande oratore, e a Catania avrà un enorme consenso. Ricordo che una volta, a un convegno, era presente Silvio Berlusconi. Dopo l’intervento di Musumeci mi chiese: ‘Ma a questo, dove l’avete tenuto finora?’”.


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