"Da Bianco e Stancanelli |Progetti senza crescita" - Live Sicilia

“Da Bianco e Stancanelli |Progetti senza crescita”

Il candidato sindaco commenta le ultime dichiarazioni dei proncipali avversari in relazione ai progetti per la città. "Questi progetti non servono al rilancio economico della città - afferma Caserta. Ogni afflusso di risorse scatena infatti gli appetiti dei gruppi di interesse che agiscono con l'unico obiettivo di ritagliarsene una fetta".

L'intervento di Caserta
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CATANIA – “Il rilancio economico della città é entrato finalmente nella discussione pubblica dei candidati alla carica di sindaco Bianco e Stancanelli. Finalmente sembra che entrambi abbiano realizzato che le elezioni amministrative si svolgono nel secondo decennio del nuovo secolo e non nel primo. Si tengono in un momento in cui la ricchezza prodotta dai cittadini catanesi é assai inferiore a quella prodotta prima del 2007, e che tanti catanesi sono più poveri; in alcuni casi molto più poveri. Entrambi pensano a grandi progetti: il primo alle risorse che potrebbero affluire alla città per la messa in sicurezza sismica degli edifici; il secondo alle risorse che affluiranno alla città per il cosiddetto e.government. Milioni di euro di fondi pubblici potrebbero arrivare a sostegno di reddito e occupazione.

Si tratta di due progetti molto importanti che rinnoverebbero le infrastrutture materiali della città, come la dotazione edilizia, e le infrastrutture immateriali, come la qualità del governo della città. Migliorerebbero la produttività della città sia perché non la esporrebbero più alla necessità di pagare premi per il rischio sismico; sia perché renderebbero più efficiente l’azione amministrativa, alleggerendo imprese e famiglie dal peso della burocrazia. Fin qui tutto bene. L’unico problema é che questi progetti non servono al rilancio economico della città. Essi hanno infatti un interessante elemento in comune. Entrambi vanno ad innestarsi in una struttura profondamente disgregata. Il tessuto economico della città é profondamente disgregato. Ma é disgregata e disintegrata anche la struttura informativa del Comune di Catania.

Nell’anno trascorso hanno chiuso più imprese di quante ne abbiano aperto; le famiglie – non diversamente dalla pubbliche amministrazioni – sono assai indebitate. Da non sottovalutare che il Comune di Catania non ha una visione informatica integrata, in quanto possiede tre Centri di Elaborazione Dati totalmente indipendenti tra loro, con propri server, proprio software e senza un coordinamento. I due grandi progetti, nelle intenzioni dei due candidati, dovrebbero servire a rivitalizzare sia il tessuto economico locale sia i processi amministrativi locali. In verità non faranno né l’uno né l’altro. Su un sistema economico disgregato non attecchisce nessun processo di ristrutturazione; l’effetto moltiplicativo della spesa pubblica resta inefficace per mancanza di nessi economici vitali. Sono questi nessi che bisogna rivitalizzare prima di ogni altro intervento.

Allo stesso modo, su un sistema informativo così ‘disintegrato’, in cui la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, qualsiasi miglioramento delle performance renderebbe solo efficienti servizi totalmente inefficaci. Non si otterrà alcun beneficio se prima non si adotta una visione unitaria dell’informatizzazione ed una reingegnerizzazione dei processi. Resta il sospetto che questi progetti servano solo a perpetuare in città le rendite di posizione di antica memoria. Ogni afflusso di risorse scatena gli appetiti dei gruppi di interesse che agiscono con l’unico obiettivo di ritagliarsene una fetta. Resta il sospetto che il vero obiettivo sia esattamente questo e non il rilancio economico della città, che richiede ben altro”.


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