"Qualcuno fa controrivoluzione| Deputati affezionati ai privilegi" - Live Sicilia

“Qualcuno fa controrivoluzione| Deputati affezionati ai privilegi”

Il suo governo va "sotto" in Aula, dove ha chiesto la proroga dei commissariamenti delle Province. A caldo, Rosario Crocetta commenta: "L’abolizione dell'ente non è una boutade lanciata in tv. È stata messa nero su bianco nel programma elettorale. Chi vuole governare con me, deve rispettare quel programma".

province, il governatore
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PALERMO – “Il voto di oggi servirà a fare un po’ di igiene politica”. Rosario Crocetta la prende con filosofia. Il governo è andato sotto, in Aula, sulla richiesta di proroga dei commissariamenti nelle Province. Complice il voto segreto e i franchi tiratori, la maggioranza a sostegno dell’esecutivo è stata clamorosamente battuta.

Presidente, che segnale è quello di oggi? Che fine ha fatto la sua maggioranza?
“Io credo che il voto di oggi dimostri solo una cosa: che di fronte a una politica spesso statica, il mio governo propone riforme davvero radicali, di rottura”.

Già, ma a ‘rompersi’ è stata proprio la maggioranza che sostiene quel governo.
“In effetti, credo che per sostenere il cambiamento che io voglio portare avanti ci sia bisogno di una certa maturità”.

Vale a dire? Oggi i deputati suoi alleati hanno affossato una semplice richiesta di proroga. Una richiesta che lei stesso ha ribadito in Aula.
“Ecco, il punto sta proprio lì. Io temo che dietro la bocciatura delle proroghe ci sia un’ostilità di fondo nei confronti del mio progetto di riforma”.

E magari la volontà di qualche forza politica di far “pesare” i numeri anche in vista dell’esame di bilancio e Finanziaria…
“Non credo che il punto sia questo. Altrimenti dovrei pensare che queste forze non siano pronte a governare con uno come me”.

E allora? La spiegazione di questo voto qual è?
“Guardi, probabilmente si è trattato dei rigurgiti dell’inconscio parassitario dell’Isola”.

Traduco: anche nella sua maggioranza in tanti non vorrebbero la soppressione delle Province.
“Forse è così. Ma il punto è un altro: l’abolizione delle Province non è una boutade lanciata da Giletti. È stata messa nero su bianco nel programma elettorale. Chi vuole governare con me, deve rispettare quel programma”.

Dice giustamente lei: il punto è questo. Cioè: esiste o non esiste una maggioranza a sostegno del suo governo?
“Certo che esiste, ci mancherebbe. C’è semmai qualche posizione singola, più resistente al cambiamento. Ma è normale quando tocchi il nodo dei privilegi di parte del ceto politico”.

Adesso però che succede? Il governo è andato sotto, in modo anche clamoroso. Crede sia necessario un vertice, una convocazione della maggioranza per chiarire cosa è accaduto?
“E cosa dovrei chiedere agli esponenti della maggioranza? Cosa dovrei fare? Sensibilizzarli su un tema sul quale ormai è d’accordo anche il resto d’Italia? Sarebbe assurdo”.

L’altro dato politico però che emerge da questo voto, è la nuova sintonia – almeno sul caso delle proroghe – col Movimento cinque stelle. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo dialogo?
“Io non ho mai chiuso al dialogo. Sono stati i grillini, semmai, a scegliere la strada del ‘politichese’ e organizzando, in occasione della mozione di sfiducia nei miei confronti, un’azione strumentale, insieme a Forza Italia. Io sui fatti mi sono sempre confrontato, e sono sempre pronto a farlo”.

Anche con gli altri gruppi all’Ars? Considerati i numeri di oggi, lei crede sia più urgente la necessità di estendere questo dialogo? Sta pensando, insomma, di seguire la strada delle cosiddette “larghe intese”?
“Intendiamoci: io non apro a sigle o a raggruppamenti. Io apro ai problemi e alle cose da fare. Se si è davvero interessati alle riforme, si può prendere parte al programma di rinnovamento del mio governo”.

Insomma, nessun ricatto, oggi, secondo lei? Nessun “avvertimento” in vista, ad esempio, dei lavori sulla Finanziaria, sul rimpasto, sulla Sanità.
“E cosa dovrei fare? Promettere quattro manager a quel partito, due assessori a quell’altro? Bisogna lavorare sulle cose. Il resto non mi interessa. Io ad esempio ho promesso che chiuderò le partecipate. E lo farò. Nessuno pensi che possa cambiare idea solo perché a guidarle c’è, magari, l’amico di qualche esponente della maggioranza”.

Resta il fatto che oggi qualche esponente della maggioranza le ha giocato un brutto scherzo. Forse infastidito da una ricerca, da parte sua, dei proclami, soprattutto sui media.
“Non saprei. Di certo c’è che la riforma delle Province non l’ho sognata da Giletti. Forse, però, in effetti qualcuno ha voglia di sminuire i fatti che cambiano la storia stessa della Sicilia”.

Cioè? C’è una parte della maggioranza che va in un senso opposto a quello del governo?
“Diciamo che, se fosse così, si potrebbe tranquillamente parlare di… controrivoluzione”.


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