“Nella sanità ancora troppi poteri forti” | Ioppolo: “Non è cambiato nulla” - Live Sicilia

“Nella sanità ancora troppi poteri forti” | Ioppolo: “Non è cambiato nulla”

Si parla di sanità al meeting di #diventerà bellissima. Ed il titolo è già emblematico: “La politica in corsia: modello-Tutino?”

CATANIA. “C’è una sanità regionale delle teste d’uovo, dei poteri forti, della gestione degli appalti: lo dobbiamo riconoscere, nonostante il grande impegno di Massimo Russo prima e Lucia Borsellino dopo. Ancora abbiamo molto da lavorare. Tutto questo ce lo dobbiamo dire”. Il presidente della commissione regionale alla Sanità, Pippo Digiacomo, non lesina troppi giri di parole. C’è anche lui al dibattito allestito nell’ambito del meeting #diventerà bellissima.

Un momento dell'incontro

Il titolo dell’incontro è inequivocabile: La politica in corsia: modello-Tutino? “In verità proprio quel titolo aveva messo in dubbio la mia partecipazione all’incontro” ci confida lo stesso Digiacomo, che poi continua: “Non condivido il fatto che un elemento assolutamente residuale possa assumere proporzioni emblematiche. Anche per rispetto nei confronti di un sistema sanitario siciliano che da otto anni stringe la cinghia e che oggi dà risultati ragguardevoli. Quello che è accaduto, semmai, ci dice di non dover mai abbassare la guardia. Il progetto di una buona sanità, secondo me, si avvia a prendere la giusta strada dopo le vicende dolorose legate a Tutino: dopo la sanità dei ragionieri, ci sarà una sanità che si occuperà appieno dei problemi della gente. Però abbiamo anche un torto: quello di non aver saputo promuovere la tanta e buona sanità che vi è in Sicilia”.

Al dibattito sono presenti anche il manager Angelo Aliquò (“Il Seus? Liquidiamolo e facciamolo ripartire in modo serio nel nome della qualità: la mia impressione è che invece lo si voglia liquidare per affidarlo a qualcun altro”), la presidente Aiop Barbara Cittadini, i dirigenti medico Piero Grioli e Francesco Pulvirenti.

Con loro anche l’ex ministro alla Sanità, Francesco Storace: “Seguo le vicende della Sanità siciliana e oggettivamente sono basito per tutto ciò che accade. C’è un sistema di potere affidato ai “cerchi magici”: qui si chiama Tutino, nel Lazio si chiama Benafro. Tutto questo va sbaragliato attivando finalmente le procedure di trasparenza nella nomina dei presidenti delle Asp: è il governatore che nomina ma a monte nelle designazioni devono esservi le procedure di trasparenza affidate ai Bandi. E’ l’unico modo per avere consapevolezza di chi si nomina. E vi devono essere pure interventi dei sindaci e degli ordini professionali. Non vi sono altri giri: non vi sono altre fantasiose strade come quelle dei 5 Stelle che rivogliono i consigli d’amministrazione. Figuriamoci”.

Gioca “in casa”, invece, il deputato regionale e componente della commissione regionale alla sanità, Gino Ioppolo: “Tutto ci vuole in Sicilia per la Sanità tranne quello che la vicenda Tutino ha rappresentato per i siciliani. A prescindere o meno da quella famosa intercettazione telefonica, non c’è alcun dubbio che dal punto di vista etico e funzionale è quanto di peggio il governo Crocetta abbia potuto rappresentare in questi anni. Se è cambiato qualcosa in queste settimane? No. Non vedo cambiato molto tranne il volto dell’assessore. La Borsellino ha lasciato molto politicamente il suo ruolo; noi siamo stati tra i pochissimi a mettere in rilievo ciò che ha rappresentato l’abbraccio tra Manfredi Borsellino, fratello di Lucia, ed il presidente della Repubblica, Mattarella. Forse la Borsellino avrebbe dovuto denunciare prima quello che Crocetta imponeva al suo assessorato”.


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