'Nello, basta viaggi a Roma: e Gaetano sarebbe come Draghi' -

‘Nello, basta viaggi a Roma: e Gaetano sarebbe come Draghi’

L'INTERVISTA
La ricandidatura di Musumeci, il nome che circola di Gaetano Micciché. Intervista al presidente dell'Ars
VERSO LE REGIONALI 2022
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4 min di lettura

PALERMO – “Nello Musumeci la smetta di andare a Roma per trattare la sua ricandidatura, parli con noi. Ancora può correre per il secondo mandato, deve cambiare strategia e su Gaetano Micciché presidente della Regione vi dico che è il mio sogno e sarebbe il Draghi di Sicilia”. Non è proprio un ultimatum, ma Gianfranco Miccichè lancia a Musumeci quello che suona come un avvertimento politico, l’ennesimo in questo fine anno col botto per il centrodestra. La coalizione che ha conquistato la guida della Regione nel 2017 oscilla tra l’implosione e il rilancio. A gettare benzina sul fuoco anche l’ultimo nome, quello di Gaetano Micciché, fratello di Gianfranco e chairman di Imi Corporate. In Sicilia non è ancora tempo di feste, però e Gianfranco Micciché inizia dal tema che scotta: la ricandidatura di “Nello”.

Cosa ne pensa del secondo mandato di Nello Musumeci?

“Io spero che si possa candidare Musumeci, con la speranza che si convinca che lui è il presidente di tutti noi, cosa che non avviene perché, al posto di parlare con noi, tenta l’interlocuzione con Salvini e la Meloni a Roma. E invece dovrebbe provare a fare pace con chi minaccia di candidarsi contro di lui. Ferma restando l’intesa continua che ho con i vertici di Forza Italia, Musumeci dovrebbe recuperare un rapporto con i partiti siciliani, continua ancora a utilizzare un atteggiamento che non è concepibile”.

La porta per la ricandidatura di Musumeci è ancora aperta, quindi?

“Non questo Musumeci, non c’è nessuno che riesce a consigliarlo? Dovrebbe dedicare questo ultimo periodo a convincere le persone che lo hanno votato attraverso i partiti e invece con noi non vuole discutere”.

Cosa dovrebbe fare Musumeci?

“La democrazia ha un fondamento, è fondamentale il controllo degli atti governativi e coinvolgimento. I partiti sono il secondo pilastro della democrazia, a loro il popolo demanda le scelte in politica. Le basi assolute della democrazia sono i partiti e il Parlamento. Mi sembra di avere capito che lui voglia essere ricandidato senza parlare con noi e andando a Roma”.

Nel frattempo spuntano in continuazione presunti candidati alternativi a Musumeci

“Chiunque si è mosso per individuare una situazione alternativa, Micciché, cioè io, sono l’ultimo che vorrebbe mandarlo a casa. Io penso che in un momento come questo dobbiamo fare arrivare questi quattrini che sono stati stanziati. E poi riuscire a spenderli bene”.

L’ultimo nome, anticipato a fine ottobre da l’Espresso e oggi rilanciato da Repubblica è quello di Gaetano Miccichè

“Se vogliamo cercare un altro candidato, non c’è dubbio che il nome di Gaetano ci stia assolutamente. È certamente un sogno, credo che una soluzione di questa sarebbe una certezza della Sicilia, a me Gaetano ha detto di sì. La reazione di Banca Intesa (che ha smentito, ndr) è più che legittima. È un mio sogno, ho parlato e detto che la soluzione migliore sarebbe questa.

Gaetano è la persona in assoluto migliore, io amo la Sicilia e per Gaetano mi metto da parte, è la persona che potrebbe salvare questa terra. È il Draghi di Sicilia”.

Torniamo a Musumeci

“Sarebbe naturale la sua candidatura e per me è un dispiacere che si debba parlare d’altro. Purtroppo lui non si è voluto rendere conto che è diventato presidente grazie al voto dei partiti. Se andiamo a guardare il voto, lui ottiene il 16% da Forza Italia, il 7% dall’Udc e il 5% di Lega e Fratelli d’Italia insieme. Chi lo ha fatto presidente siamo noi siciliani e il fatto che lui ci disprezzi, andando contro i partiti, scegliendo gli assessori, vuol dire che infrange le regole della democrazia”.

Brucia ancora la questione dell’assessorato alla Salute?

“Un errore clamoroso che lo gestisca il presidente, il primo partito non può rinunciare a gestirlo, alle ultime elezioni è stato Forza Italia ed è un errore che non farei più. È stato un errore che io ho commesso, lo feci con l’assoluta buona fede, ma continuo a ripetere, anche se ogni giorno che passa diventa più difficile”.

E De Luca?

“Finché sarà in campo la candidatura di De Luca, la candidatura di Musumeci sarà un suicidio, perché non prova a recuperare i rapporti in Sicilia? Ad oggi c’è una dichiarazione formale di Cateno De Luca, è il sindaco della terza città della Sicilia, che ha dimostrato di avere un consenso. Musumeci ha perso 5 punti sulle liste, sta andando incontro al suicidio e continua a insistere per essere autorizzato a suicidarsi da Roma”.

Perché paragona Musumeci al primo Berlusconi?

“Berlusconi capì bene il funzionamento della politica coinvolgendo gli alleati al secondo mandato. Io me lo ricordo Berlusconi all’inizio, non conosceva il meccanismo e Musumeci si è comportato esattamente come lui”.

Quindi il tempo stringe per Nello Musumeci?

“Sì, se non vuole suicidarsi politicamente”


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