Gesip, si cerca una soluzione| Spunta la società consortile - Live Sicilia

Gesip, si cerca una soluzione| Spunta la società consortile

Da Roma arriva il no ai cinque milioni per la Gesip e in città è il caos. Per lunedì sono stati convocati due tavoli, uno a Roma e uno a Palermo. Se entro martedì non arriveranno risposta, i dipendenti sono pronti a partire per la capitale. La giunta comunale approva un documento. E come annunciato ieri da Orlando, è stata decisa la creazione di una società consortile che raggruppi le aziende divenendo concessionaria di servizi.

L'emergenza
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15 min di lettura

Si apre uno spiraglio nella vicenda Gesip. Piccolo, ma c’è e di questi tempi è significativo. Al termine di un’altra lunga giornata, fatta di proteste e incontri istituzionali, i 1800 lavoratori della società del comune di Palermo possono contare su tre buone notizie: lunedì partiranno a Roma e Palermo i tavoli chiesti dal sindaco, il ministero Cancellieri riceverà una delegazione dei lavoratori e Palazzo delle Aquile mette nero su bianco la possiblità di optare per una società consortile che salvi i dipendenti.

Il tutto al termine del primo giorno di astensione dal lavoro e dalla retribuzione degli operai, che sin dal primo mattino sono scesi in strada per manifestare tutta la propria disperazione per la piega che sembra aver preso la vicenda. Un centinaio di lavoratori ha bloccato prima il centro storico, all’altezza dei Quattro Canti, per poi dirigersi alla stazione, al porto, in prefettura e infine a Palazzo delle Aquile. Un corteo pacifico, senza scontri o tensioni, che ha visto i dipendenti Gesip incontrare prima il prefetto e poi il sindaco.

Un coinvolgimento, quello di Umberto Postiglione, non scontato visto che il prefetto, grande protagonista della vertenza con la Latella, è stato finora “tagliato fuori” dal sindaco, che ha preferito agire da solo. Almeno fino ad oggi. Grazie all’intervento del prefetto, infatti, il ministro dell’Interno Cancellieri, che sarà lunedì a Palermo per la commemorazione di Carlo Alberto Dalla Chiesa, riceverà una delegazione dei lavoratori. Proprio lo stesso giorno in cui a Roma si aprirà un tavolo con il ministro Barca e in Sicilia se ne varerà un secondo di crisi sempre per la Gesip. La Cancellieri, tra gli esponenti del governo Monti, è stata quella che più di tutti si è battuta per l’azienda e, giovedì scorso, aveva assicurato una soluzione.

Ma la giornata è stata anche l’occasione per una risposta ufficiale di Palazzo delle Aquile al governo Monti, e in particolare alla mail giunta giovedì sera, alle 21.30, in cui Palazzo Chigi ha chiesto al sindaco di mettere nero su bianco quanti lavoratori licenziare. Una richiesta rispedita rabbiosamente al mittente ieri, mentre oggi il Professore ha preso carta e penna e informato il governo della volontà del Comune di adottare la soluzione della società consortile, d’intesa con i sindacati, che comprenderebbe tutte le partecipate del Comune. Un modo per dire a Roma che Palermo non sta con le mani in mano e sta cercando una soluzione.

La società consortile, secondo Orlando, sarebbe il risultato del lavoro della cabina di regia per le partecipate inaugurato la scorsa settimane e permetterebbe, intanto, di risparmiare 15 milioni di euro sull’iva solo sulla Gesip. La società sarebbe al 51% del Comune (con la partecipazione di altri comuni della Provincia), mentre il restante 49% verrebbe detenuto dalle altre aziende che resterebbero tutte in vita, tranne Gesip. Per quest’ultima bisognerebbe avviare la liquidazione, poi il licenziamento dei dipendenti e la riassunzione degli stessi nella società consortile. Operazione non facile, e che soprattutto richiede svariati milioni di euro per i tfr, il pagamento dei creditori e delle finanziarie che aspettano la cessione del quinto (sospesa, secondo il sindaco, per otto mesi). Milioni che Orlando chiede a Roma (con la promessa di restituirli), in cambio della soluzione al problema. Soluzione non proprio inedita ma proposta, da oltre un anno, dal sindacato Asia (leggi qui) ma solo ora presa realmente in considerazione.

“La costituzione della società consortile avrebbe un ruolo di primo piano in un quadro complessivo di interventi finalizzati a garantire i servizi alla città e la tutela delle condizioni occupazionali per i lavoratori – ha detto Orlando – è però evidente che è un passo importante ma non l’unico necessario. Gli altri potranno essere fatti in un quadro di dialogo e concertazione con il governo nazionale, con le altre Istituzioni e con i sindacati dei lavoratori”.

“Finalmente, dopo due anni e mezzo, oltre ad esserci la possibilità di una realizzaizone tecnica – dice Salvo Barone di Asia – incontriamo anche una volontà politica nella realizzazione del percorso che si determinerebbe con la società consortile, con tutti i vantaggi già espressi da tempo. Ma se da un lato esprimiamo soddisfazione per la realizzazione di questo processo, dall’altro evidenziamo quanto denaro pubblico si sia sperperato negli ultimi due anni e mezzo: parliamo di quasi 170 milioni buttati dalla finestra e serviti solo a processi di barbara privatizzazione, programmati a monte da un sistema di potere partitico, datoriale e sindacale che aveva da anni programmato la svendita delle società che effettuano servizi pubblici a Palermo. Dai tempi della giuinta Cammarata prima e con la Latelle dopo, i componenti del sindacato Asia avevano ipotizzato la percorribilità della costituzione di una società concortile per risolvere in modo struttuale il problema di Gesip e di tutte le partecipate. E i soggetti che oggi appoggiano un governo nazionale contro gli sprechi, identificando i lavoratori Gesip come la causa del disastro economico della città, sono gli stessi che allora avevano programmato una svendita delle società per favorire probabilmente aziende con alle spalle gruppi bancari con l’appoggio anche di alcune organizzazioni sindacali”. “Confermiamo la necessità di salvaguardare i servizi indispensabili per la città e i livelli occupazionali”, dicono Mimma Calabrò e Mimmo Milazzo della Cisl.

Gli sviluppi, quantomeno, hanno avuto almeno il merito di restituire tranquillità ai lavoratori, che domani non dovrebbero tornare in piazza. L’appuntamento, adesso, è per lunedì.

 

LA DIRETTA DELLA GIORNATA

18.00 Come annunciato ieri da Orlando, l’incontro con i sindacati si è concluso con la decisione di creare una società consortile che raggruppi le aziende divenendo concessionaria di servizi.

16.45 Incontri frenetici a Palazzo della Aquile, presenti oltre al Sindaco gli Assessori Abbonato e Lapiana. Lunedì prossimo si riunirà a Palermo un tavolo di crisi promosso dal Prefetto su richiesta dell’amministrazione comunale. Nel contempo a Roma si terrà una riunione interistituzionale fra Governo, Regione e Protezione civile. In merito alla situazione complessiva, la Giunta comunale ha stamattina approvato il documento che si riporta integralmente:

“La Giunta Comunale di Palermo, preso atto delle recenti decisioni assunte dal tavolo interistituzionale sulla questione GESIP e sulla erogazione del contributo previsto dall’Ordinanza di Protezione Civile del maggio 2012, ha ribadito la necessità di avviare dei tavoli di confronto locale e nazionale per quella che rischia certamente di essere una crisi per la città, relativamente a servizi che è indispensabile garantire ai cittadini, e per centinaia di famiglie, che vedono venir meno un’importante strumento di lavoro e fonte di reddito. Auspichiamo quindi che da parte del Governo e di tutte le Istituzioni interessate a questa delicatissima situazione si prenda coscienza dell’urgenza e dell’importanza del dialogo e del confronto, così come della necessità di coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, che non possono essere escluse in una fase tanto delicata.

Per questo, nel sottolineare quali sono i servizi essenziali fino ad oggi garantiti dalla Gesip, abbiamo già ieri sera chiesto al Governo nazionale (segnatamente al Presidente del Consiglio, ai Ministri del Lavoro, dell’Economia, dell’Interno, della Coesione territoriale e dello Sviluppo, nonché al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), alla Regione e al Prefetto di convocare dei tavoli di crisi. Per quanto riguarda gli aspetti per noi squisitamente politici di questa vicenda, non possiamo che ribadire che non è possibile procedere in modo unilaterale, al di fuori di una vera programmazione e senza un reale Piano industriale basato sulla conoscenza di quali risorse e quali strumenti sono attivabili dal Governo nazionale, ad indicare quali e quanti lavoratori possono o devono essere ‘tagliati’. Rifiutiamo tanto la logica dei tagli indiscriminati che non tengono conto dei servizi da garantire, quanto la logica della privatizzazione selvaggia dei servizi, convinti come siamo ed in linea con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale, che i servizi pubblici locali siano un diritto inalienabile e in quanto tali vadano garantiti, con qualità ed efficienza, dall’Amministrazione pubblica.

E’ evidente che a Palermo sono in gioco interessi che vanno contro quelli della città e dei cittadini, così come è evidente che sulla gestione dei servizi per la città si sta giocando una partita in cui si intrecciano interessi economici e criminali davanti ai quali le Istituzioni non possono restare inermi o silenziose. La straordinaria coincidenza dell’emergenza Gesip e di quella legata all’incendio di Bellolampo, sembrano il frutto di una ben oculata ‘strategia delle tensione’ che certamente non giova alla città e alle Istituzioni nel loro complesso.

L’Amministrazione comunale insediatasi da appena tre mesi ha avviato un profondo riordino ed una riorganizzazione sia della macchina amministrativa comunale sia delle Aziende partecipate, sostituendo quegli amministratori incompetenti che insieme all’Amministrazione precedente hanno generato la situazione odierna, dando luogo a sprechi e danni erariali anche oggetto di indagini giudiziarie. Miriamo a dar vita ad un piano complessivo di riordino che si basi sulla ottimizzazione dei costi e dei servizi, sul taglio degli sprechi e la garanzia della qualità dei servizi. All’interno di questo piano possiamo e vogliamo ragionare, insieme con le altre Istituzioni e con i Sindacati, su come garantire alla città i servizi oggi resi da Gesip e su come garantire l’occupazione produttiva dei lavoratori. Su questa impostazione l’Amministrazione ha già avviato ieri e prosegue oggi il confronto con le Oo.Ss. e con i lavoratori”.

16.30 I lavoratori sono, da circa un’ora, a Palazzo delle Aquile a colloquio con il sindaco, dopo essere stati ricevuti dal Prefetto. Si sta valutando l’ipotesi di una lettera indirizzata a Roma per comprendere quanti soldi il governo sarebbe disposto a mettere a disposizione per misure come i prepensionamenti anticipati. Lunedì una delegazione Gesip verrà ricevuta dal ministro Cancellieri, in visita a Palermo per la commemorazione dell’omicidio Dalla Chiesa.

13.44 I lavoratori sono in Prefettura, dove si sta tenendo un incontro con il prefetto di Palermo Umberto Postiglione. Terminato l’incontro, il corteo si sposterà nuovamente verso il centro città.

11.53 Più di un centinaio di lavoratori è alla Stazione centrale, fermo a causa della pioggia. Il corteo dovrebbe spostarsi verso il porto e poi, probabilmente, verso l’aeroporto.  “Vista la situazione che si sta vivendo in questo momento – dicono Antonio Mercante (Ugl), Maurizio Giannotta (Cisl), Totò Spatola (Cisas), Sandro Cardinale (Usb), Fedele Scicchigno (Asia), Francesco Perez (Uil) – invitiamo tutti gli operai Gesip a scendere in piazza per difendere il proprio posto di lavoro, visto che Roma si è dimenticata di noi. Non facciamo pensare ai palermitani che abbiamo il doppio lavoro o che non c’è bisogno di noi. Se non scendiamo in piazza, è inutile poi chiedere soldi al Comune o al governo”.

 

LA CRONACA DI VENERDI’ 31 AGOSTO
Per la Gesip finisce nel peggiore dei modi, con Roma che non manda un euro e i lavoratori a protestare in strada mandando il traffico in tilt. E’ questo l’epilogo di una lunga giornata, quella d ieri, passata nel giro di poche ore dai toni rassicuranti usati nel pomeriggio dal sindaco Leoluca Orlando con i lavoratori, di fronte l’hotel Delle Palme di via Roma, a quelli drammatici con cui lo stesso primo cittadino, in serata, ha annunciato che il governo non mandato un euro. E che per la Gesip non c’è più nulla da fare.

Un annuncio che ha scatenato la protesta dei lavoratori, che hanno presidiato Palazzo delle Aquile bloccando il traffico in tutto il centro cittadino e che si sono diretti verso l’autostrada Palermo-Messina con l’intenzione di bloccarla, rovesciando cassonetti in via Maqueda e in via Oreto. Poi hanno desistito. Questo l’epilogo di una giornata lunghissima che vede un anno dopo il capoluogo siciliano nuovamente sull’orlo del baratro. Perché lo stop della Gesip non significa solo 1800 lavoratori che perdono il posto di lavoro, ma anche e soprattutto servizi essenziali alla città che vengono fermati per un tempo indefinito e Palermo che torna a temere proteste in piazza e tensione alle stelle.

Per lunedì sono stati già annunciati due tavoli tecnici, uno a Palermo col prefetto e uno a Roma col ministro Fabrizio Barca: tavoli che dovrebbero garantire soluzioni immediate, anche se solo tampone, in attesa del tavolo nazionale chiesto dalla giunta Orlando. E il timing è segnato: se entro martedì non arriveranno risposte convincenti, i lavoratori sono pronti ad andare a Roma già mercoledì.

Ma andiamo con ordine. La situazione non si annunciava di certo tranquilla, visto che è scaduta la convenzione firmata col Comune, il che significa che da oggi i lavoratori dovranno stare a casa “in astensione dal lavoro e dalla retribuzione”. Non un licenziamento formale, ma un escamotage che serve a prendere tempo ma che non cambia di una virgola la sostanza delle cose. Per questo il sindaco Orlando ha atteso per tutta la giornata di ieri un via libera da Roma che però non è mai arrivato. La giunta, riunita per le due del pomeriggio proprio per varare la proroga per settembre, è stata aggiornata alle 18 e, dopo circa un’ora, ecco la doccia gelata, comunicata con una nota stampa: “Avendo appreso che il tavolo tecnico interistituzionale avrebbe bloccato l’erogazione dei fondi previsti dall’Ordinanza di Protezione civile del 4 maggio scorso relativa ai servizi resi della Gesip, ho convocato per stasera alle 19 le organizzazioni sindacali ed ho inviato al Prefetto di Palermo, la nota allegata. Ho ricevuto anche una telefonata del Ministro Cancellieri la quale ha ribadito il suo personale impegno per trovare una soluzione per la grave situazione”.

Un niet motivato dal sindaco con una mail giunta giovedì sera, dopo le 21. Una mail inviata dal governo a Palazzo delle Aquile, in cui si spiega perché ieri, cioè giovedì, non siano stati sbloccati i cinque milioni così come promesso. “Mi permetto di suggerire alcune integrazioni che potrebbero contribuire a rafforzare l’impianto del documento inviato nel pomeriggio”, si legge nella mail, redatta da un burocrate di Palazzo Chigi. “Rispetto ai servizi essenziali svolti da Gesip sarebbe utile specificare – continua la mail – quanti lavoratori sono necessari, quanto costano, su quali linee di bilancio comunale si ipotizza di coprire i relativi costi e come verranno reperite le risorse necessarie”. Un vero schiaffo in pieno volto per Orlando, che da settimane va ripetendo, almeno alla stampa, che il Comune non ha un soldo e che senza l’aiuto del governo non ci sono soluzioni. Ma ad aver stoppato la trattativa è soprattutto la seconda parte della mail: “Rispetto ai lavoratori non necessari per lo svolgimento di tali servizi essenziali, sarebbe utile avere una ripartizione percentuale dei possibili percorsi alternativi: pensionamenti, prepensionamenti incentivati, ammortizzatori sociali, corsi di formazione, ricollocamento in altre partecipate e trattativa ad hoc col ministero del Lavoro”.

Insomma, Roma ha chiesto ad Orlando di mettere nero su bianco quanti dipendenti mandare a casa e come. E Orlando ha risposto picche. “L’amministrazione comunale ha eccepito che tale richiesta non ha alcun rapporto con la natura emergenziale dell’intervento di Protezione Civile ed è irricevibile in assenza di un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali e di un tavolo di confronto con i ministeri e le istituzioni competenti – ha detto il primo cittadino – se qualcuno si aspetta che il sindaco di una città, prenda carta e penna e scriva “questi sono i lavoratori da buttare in mezzo alla strada” sapendo che questo comporta anche l’interruzione di servizi essenziali, quel qualcuno ha sbagliato indirizzo e ha sbagliato sindaco”.

Una risposta evidentemente poco gradita al governo, che ha quindi bloccato i fondi. E alle 19 è arrivata la comunicazione di Palazzo delle Aquile. Il tutto nonostante, nel pomeriggio di ieri, in conferenza con Di Pietro per le regionali, il Professore avesse assicurato i lavoratori sull’arrivo delle somme e minacciato licenziamenti in caso opposto. E nonostante nei giorni scorsi, a più riprese, avesse cantato vittoria annunciando l’arrivo dei soldi: prima venerdì, poi martedì e ancora giovedì.

E dopo il niet capitolino, poco prima di cena ecco il confronto con i sindacati a Sala delle Lapidi. Una trentina di persone, non di più, che hanno manifestato al sindaco tutta la propria rabbia. “Mi chiamano decine di colleghi con le lacrime agli occhi, siamo disperati”, ha detto uno dei presenti, mentre c’era chi chiedeva al Comune i pullman per potere andare a Roma e chi ha invocato una nuova mini-proroga.

“Non c’è un euro in cassa – la risposta del il sindaco, attorniato dalla giunta al completo – il ministro Cancellieri mi ha chiamato chiedendomi se fosse tutto a posto, non sapeva nemmeno del blocco dei cinque milioni. In giunta abbiamo approvato un atto per chiedere la convocazione di un tavolo nazionale con Barca e Grilli e di uno locale, col prefetto. Abbiamo predisposto gli elementi essenziali per un piano, che però va concordato con i sindacati. Non licenzieremo nessuno, la mail è una trappola. Interesseremo anche la Regione e in bilancio metteremo quanti più soldi possibili, proprio per dimostrare che di più non si può. Ma la Gesip deve chiudere: al suo posto creeremo una società consortile, che raggruppi le aziende divenendo concessionaria di servizi, che permetterà di risparmiare il 21 per cento di iva, specie sul 92 per cento di spese per il personale, di realizzare 220 pensionamenti, i prepensionamenti e la mobilità tra aziende”.

Un progetto in realtà non nuovo, ma già proposto da alcuni sindacati come Asia da parecchio tempo (leggi qui). “Abbiamo anche chiesto – ha continuato Orlando – una deroga ai meccanismi dei bandi di gara per l’affidamento al Comune, e quindi alla Gesip, dei filoni di finanziamenti Fas per le manutenzioni delle scuole. Ecco di cosa ho parlato per quattro ore col ministro Barca”. E dopo l’incontro, i lavoratori si sono barricati a Palazzo delle Aquile, prima di scendere in strada bloccando il traffico. Una situazione ad alta tensione, che nemmeno Orlando è riuscito ad alleviare scendendo in piazza a parlare con loro.

Difficile dire cosa accadrà adesso: se da un lato appare poco probabile che il governo adotti soluzioni strutturali immediate, dall’altro non sembra palusibile l’ipotesi di un esecutivo inerme di fronte all’emegenza sociale e di ordine pubblico. Di sicuro c’è solo il futuro incerto della Gesip e di Palermo.


 


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