Il 16 luglio scorso don Vincenzo Esposito, il prete arrestato per prostituzione minorile aggravata, è tornato a Termini Imerese. E ha incontrato due ragazzi ai quali chiedeva di masturbarsi nel corso di videochiamate.
I carabinieri hanno monitorato i suoi spostamenti da San Feliciano di Magione, in provincia di Perugia, fino Sicilia. L’incontro, avvenuto nei pressi di un supermercato, è durato pochissimo tempo. Per questo gli investigatori ipotizzano che sia servito al sacerdote per consegnare una somma di denaro ai minorenni. Solitamente lo faceva a distanza, attraverso ricariche telefoniche e Postepay, ma stavolta si sarebbe spinto oltre.
Il suo ritorno in Sicilia, seppure momentaneo, ha destato molta preoccupazione. “Scendiamo a Termini, va bene?”, ha detto il prete al ragazzino che poco dopo, giunto sul posto diceva, “sono qua, a Piazza San Carlo io…”. L’appuntamento è stato fissato “dove c’è il ponte scendendo dai Cavallacci”.
La stessa sera il prete chiama il minorenne: “… com’è stato questo piccolo assaggio?”. Risposta: “A posto, bene bene… di lusso; domani ci possiamo vedere di nuovo?”. Secondo gli investigatori, non c’è stato il tempo di compiere atti sessuali, ma resta il fatto che il sacerdote si è spinto ad incontrare i due ragazzini.
In una nota l’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve scrive che “prende atto con stupore e dolore della notizia circa l’arresto del sacerdote Vincenzo Esposito, Parroco di San Feliciano, e assicura la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti”.