Siete l'unico giornale che segue questa vicenda puntiualmente, senza fare sconti, mostrando quel coraggio e impegno di cui i siciliani hanno bisogno per sperare di riportare la poltica ai valori dell'onestà, competenza e impegno, senza i quali questa terrà continuerà nel suo sottosviluppo morale, cultururale e sociale, per cui i giovani migliori continueranno a scappare e chi resta si lamenta, si rassegna, si adegua.


Non c’è una sanità siciliana di cui possiamo fidarci, tutt’al più ci sono dei sanitari siciliani di cui possiamo fidarci. A saperlo prima…
Non sono i medici bravi, meno bravi o bravissimi che decidono quale sanità ci tocca, ma Renato Schifani, Daniela Faraoni e un paio di alti dirigenti d’assessorato.
C’è competenza ed empatia, ed eccellenze fra i medici. Ci sono reparti dei quali andare fieri. Da condividere l’abbraccio per i professionisti coscienziosi. Tutte cose notevoli, che aiutano non poco il paziente ma che nulla hanno a che vedere col Sistema sanitario nazionale praticato in Sicilia. Il più empatico dei medici alla guida della migliore équipe sempre pronta a mettersi all’opera e in discussione nulla può se poi deve attendere 8-9 mesi per un esame istologico. In altre parole: se qui da noi il Sistema sanitario nazionale non è mai completamente operativo. Aneliamo incontrare il più antipatico dei medici, magari un po’ stronzo, ma in un sistema sanitario finalmente funzionante. E perché ciò accada, a poco giova raccontare di buoni medici e di fortunati ammalati. Servono altre storie, quelle che si svolgono nelle stanze dei politici che amministrano il più grosso business di questa nostra terra: la salute dei siciliani.