BALESTRATE (PA) – “Carissimi mamma Rosalia e papà Enrico, carissimo Vito e famigliari tutti: non siete soli. Siamo in tanti ad essere venuti in questa chiesa per stringerci intorno a voi. Non troviamo parole umane capaci di esprimere ciò che proviamo in questo momento. L’unica parola che ci è sembrata buona è la nostra presenza, il nostro esserci”. Così nella sua omelia l’arcivescovo di Monreale mons. Gualtiero Isacchi per i funerali di Vincenzo Trovato, ucciso a Balestrate, celebrati oggi a Trappeto.
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“La parola di vita più eloquente è l’esserci. Per questo desidero ringraziare tutti per la presenza cari fratelli e sorelle, sacerdoti, autorità civili e militari e, in particolare, voi giovani, amici di Vincenzo, che di fronte all’apparente non senso della morte di un amico avete scelto di esserci – ha detto l’arcivescovo – È questo il primo passo per alimentare la speranza e il cambiamento. Ci sono cose che accadono, cose che ci accadono e non capiamo; ci sono cose dolorose che rifiutiamo; ci sono fatti in cui la ricerca di senso resta insoddisfatta e si infrange nell’unica domanda a noi possibile: perché? Perché Vincenzo? Perché in questo modo barbaro? È questa la stessa domanda che è circolata il giorno della morte di Gesù tra i suoi discepoli”.