La tragica morte di Concetta | Il marito ammette, accusa e ritratta - Live Sicilia

La tragica morte di Concetta | Il marito ammette, accusa e ritratta

Concetta Conigliaro

Salvatore Maniscalco ha fatto ritrovare le ossa che apparterrebbero alla moglie scomparsa da San Giuseppe Jato. Nel corso di un interrogatorio ha, però, fornito tre versioni contrastanti e ha chiamato in causa altre persone.

SAN GIUSEPPE JATO
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PALERMO – Una certezza in una vicenda tutta chiarire. Salvatore Maniscalco ha condotto i carabinieri sul luogo del macabro ritrovamento. È stato il marito, con il quale la relazione era ormai naufragata, a indicare dove si trovavano i resti che apparterrebbero a Concetta Conigliaro, la donna scomparsa da San Giuseppe Jato. Resti di un corpo bruciato, all’interno di un un grosso fusto metallico in contrada Giambascio, lungo la strada che da San Cipirello conduce a Partinico. Si attendono gli ultimi esami di laboratorio, ma le prime conferme dicono che si tratta di ossa umane.

Il caso, però, è tutt’altro che chiuso perché Maniscalco, nel corso dell’interrogatorio – drammatico e per lunghi tratti confusionario – ha fornito tre versioni contrastanti che ora sono al vaglio dei carabinieri della compagnia e del gruppo di Monreale. Nel frattempo, il pubblico ministero Gianluca De Leo ha chiesto il fermo di Maniscalco per omicidio e occultamento di cadavere. Sarà il Giudice per le indagini preliminari a decidere sull’eventuale convalida.

In ballo ci sono tre versioni. Che fanno a pugni fra di loro. Non è chiaro quale sia stato l’ordine cronologico in cui siano state fornite nel corso dell’interrogatorio in caserma, ma di certo sono incompatibili fra di loro. Nella prima, Maniscalco ha tirato il ballo un amante della moglie. Sarebbe stato lui a ucciderla. Il marito avrebbe pure cercato di impedirglielo, ma sarebbe stato minacciato: “Stai zitto, oppure farai la stessa fine”.

Nella seconda versione, il marito ha parlato di suicidio, ma è la versione meno credibile: non si giustificherebbe il ritrovamento delle ossa bruciate. Infine, c’è la terza versione: Maniscalco non solo avrebbe ammesso di avere ucciso Concetta per motivi passionali, ma ha pure tirato in ballo un presunto complice. Un parente, di cui ha fornito le indicazioni per rintracciarlo, a cui avrebbe chiesto aiuto per sbarazzarsi del cadavere. Impossibile fare tutto da solo. Maniscalco non gode di buona salute. Qualche anno l’ex operaio cadde da un’impalcatura. Si era ripreso dopo un periodo di coma.

Tre versioni per un efferato fatto di sangue e un contesto di fortissimi contrasti familiari. Concetta Conigliaro, 27 anni, era scomparsa lo scorso 9 aprile da casa della mamma, dove si era trasferita dopo avere interrotto una breve relazione con un altro uomo. La donna aveva lasciato il marito e lo aveva pure denunciato, a gennaio scorso, per violenza sessuale e successivamente anche perché le avrebbe impedito di vedere le figlie. La conferma delle denunce arriva dal legale, l’avvocato Maria Grazie Messeri, a cui la ragazza si era rivolta per la separazione. Nessun commento da parte dellì’avvocato Salvatore Ferrante che assiste Maniscalco. Non era presente durante l’interrogatorio – c’era un difensore di ufficio – e attende di conoscere gli atti per valutare la strategia difensiva.

Il 19 aprile la borsa della Conigliaro è stata ritrovata all’interno della stazione centrale. Mancavano il suo cellulare e il caricabatterie. La settimana scorsa, in occasione del compleanno della mamma, qualcuno aveva fatto ritrovare poco lontano dall’abitazione dei genitori della vittima alcune ossa bruciate avvolte con il giubbotto rosso della ragazza. Il medico legale stabilì che erano troppo piccole per essere resti umani. Forse si era trattato di un avvertimento, dell’indicazione di una pista alla luce del ritrovamento dei nuovi frammenti ossei in contrada Giambascio. È il posto dove Maniscalco ha guidato i carabinieri. E stavolta le ossa sono umane.


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