Palazzo ex Sicilcassa, tempo scaduto per la Regione

Acquisto del palazzo ex Sicilcassa, tempo scaduto per la Regione

Gli imprenditori che hanno avanzato un'offerta intendono concludere l'operazione

PALERMO – Il palazzo ex Sicilcassa di via Cordova, a Palermo, finirà ai privati. Non c’è più tempo, infatti, per nuovi tentativi di acquisizione da parte della Regione Siciliana. Il preliminare di vendita firmato dal Fondo pensioni ex Sicilcassa, attuale proprietario dell’immobile, e la ‘Sacimed’ di Vincenzo Rappa e Giuseppe Angilella è destinato a concludersi positivamente entro la fine di settembre.

Palazzo ex Sicilcassa, privati avanti

I due imprenditori, secondo quanto risulta a LiveSicilia, intendono infatti portare a termine l’operazione con l’acquisto del palazzo per una cifra complessiva di 13,5 milioni di euro. ‘Sacimed’ ha del resto depositato un deposito cauzionale a garanzia della reale volontà di rilevare l’immobile dove hanno sede la procura generale e la Sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti.

I due imprenditori, nel preliminare di vendita firmato a luglio, avevano lasciato la porta aperta ad un rientro in extremis della Regione nell’affare, riconoscendole una sorta di diritto di prelazione per via dell’interesse pubblico ad acquisire l’immobile davanti al quale sarebbero stati disposti a fare un passo indietro. La dead-line del 15 agosto inserita nell’atto, considerata anche in maniera non tassativa dagli imprenditori, è però trascorsa abbondantemente e adesso la società intende portare avanti l’operazione.

Lo storico palazzo di via Cordova 76, oltre ventimila metri quadrati in pieno centro, passerà quindi nelle mani dei privati, salvo colpi di scena dell’ultima ora, nonostante i diversi tentativi del governo regionale di portare a termine un affare conveniente per le casse regionali.

La cronistoria

Il primo atto della vicenda ha inizio nell’ottobre 2024, quando LiveSicilia rivela il piano del governo regionale di acquistare il palazzo di Palermo. L’assessorato all’Economia, guidato da Alessandro Dagnino, puntava all’acquisizione diretta da parte della Regione per ridurre le locazioni passive e “migliorare la distribuzione logistica degli uffici regionali”. Intenti messi nero su bianco su una norma della manovrina 2024 che però, a causa di alcune dinamiche d’aula, il governo fu costretto a ritirare.

Assemblea regionale siciliana
L’Assemblea regionale siciliana

Via Cordova, i dettagli dell’investimento

Per l’operazione, che sarebbe stata ‘digerita’ dalle casse regionali in meno di venti anni, veniva autorizzata una spesa di 12,5 milioni di euro. Un investimento da 625 euro a metro quadro decisamente conveniente dal momento che l’affitto del palazzo ex Sicilcassa, che ospita anche gli uffici del call center Almaviva, costa alla Regione 730mila euro annui. Il canone riguarda cinque degli undici piani dell’immobile occupati dai giudici contabili, le cui spese competono all’amministrazione regionale. Un quadro che i nuovi acquirenti non sono intenzionati a mutare.

Nel dicembre 2024 la giunta Schifani dimostra di volere insistere sull’investimento. Questa volta, però, lo strumento individuato per l’acquisizione è il Fondo pensioni dei dipendenti regionali, ente che LiveSicilia ha tentato invano di contattare per un commento sull’attuale prospettiva. Con l’avvio del 2025 nasce una contrapposizione con i sindacati, che temono per la tenuta dei conti del Fondo. Passano i mesi e l’acquisto, tra lentezze e due diligence, non decolla.

Si arriva così all’estate del 2025 e all’esame della manovra ter all’Ars. Il dibattito a palazzo dei Normanni va in scena proprio mentre il Fondo pensioni ex Sicilcassa raggiunge un accordo con ‘Sacimed’. Il governo regionale, convinto della bontà dell’operazione prova ancora ad ottenere l’ok dell’Aula ma il Parlamento accende ancora una volta il semaforo rosso. Sala d’Ercole approva un emendamento soppressivo dell’articolo che prevedeva l’acquisto dell’ex palazzo ex Sicilcassa da parte del Fondo pensioni.

L’indagine della Corte dei conti

L’affare si scioglie così nella calura di agosto, con la procura della Corte dei conti che decide di indagare sulla vicenda. La magistratura contabile intende verificare l’esistenza di un possibile danno erariale dietro al mancato acquisto da parte della Regione.


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