PALERMO – La sfida dei collegi uninominali non è una storia già scritta. Con una buona dose di “ottimismo della volontà” il deputato uscente del Pd, Erasmo Palazzotto, si appresta a scendere in campo a Palermo come frontman del centrosinistra.
“Qualcuno vorrebbe che questa storia fosse già scritta, io credo che il 25 settembre nelle urne troverà delle soprese: questa città è migliore di come la descrivono”, dice strizzando l’occhio lanciando un appello al voto utile agli elettori del Movimento Cinquestelle. “Qui si gioca una partita strategica, possiamo sottrarre un deputato alla destra ed eleggere un deputato che faceva le battaglie del Movimento prima che questo esistesse”, dice.
Palazzotto mette in guardia delle insidie di un centrodestra a trazione sovranista che guarda all’Ungheria ma aggiustando il tiro rispetto alla narrazione manichea di chi agita il fantasma del ventennio. “Mi risulta che Fratelli d’Italia ha recentemente sospeso qui in Sicilia un suo candidato che diceva pubblicamente che Hitler era un grande statista: siamo davanti a questa vicenda storica e indubbiamente questa classe dirigente di questa destra affonda le proprie radici storiche in quella storia però lo voglio dire con chiarezza il problema non è il ritorno al ventennio, siamo davanti a una destra moderna con un’identità ben precisa e un programma che punta a limitare e comprimere le libertà individuali e i diritti civili” , attacca. E aggiunge: “Il loro modello è l’Ungheria di Orban”, argomenta Palazzotto. Ma il centrodestra non è l’unico avversario di questa partita. Il deputato rivendica l’agenda sociale del Pd rimanda al mittente (Il M5s) l’accusa di avere accantonato i temi del lavoro e del contrasto alla povertà. Infine un passaggio sulla cosiddetta “resa dei conti” che attende i dem all’indomani del voto.
“Penso che in questo momento la discussione interna al Pd siciliano non importi a nessuno e devo dire nemmeno a me”, dice richiamando i compagni di strada alla doppia partita del 25. E se ci sarà una discussione allora va estesa all’intera galassia progressista e non solo al ceto politico.