Palermo 2022, la candidatura a sindaco a destra: i nomi in corsa - Live Sicilia

Palermo 2022, la candidatura a sindaco a destra: i nomi in corsa

Ogni partito ha un candidato. Chi la spunterà?

PALERMO – Nei giorni scorsi abbiamo fatto un punto sui nodi da sciogliere nel centrosinistra per arrivare a selezionare il candidato sindaco per il dopo Orlando. Nel centrodestra lo scenario non è più chiaro di quanto lo sia dall’altra parte della barricata. Anzi, a volerla dire tutta il quadro è addirittura più complicato.

La prima questione anche qui è quella della coalizione. Se a sinistra è quasi naturale che si dibatta attorno all’ampiezza della coalizione questo non dovrebbe accadere a destra. Infatti, nel primo schieramento, tradizionalmente, esistono numerosi movimenti che non sempre riescono a trovare le ragioni per stare assieme. Nel centrodestra, però, a contribuire a stabile unione ci dovrebbero essere numerosi fattori. A livello nazionale, salvo gli assestamenti legati a post elezione del Quirinale, formalmente regge ancora la triplice alleanza Fi-Lega-Fratelli D’Italia cui si aggiungono altri partiti satelliti. A livello regionale, poi, la parte destra dell’arco parlamentare governa la Regione appoggiando il governo di Nello Musumeci. Proprio questo e le frizioni legate alla doppia partita da affrontare nel 2022, però sembrano essere una delle principali cause di insicurezza nella partita per le amministrative.

Insomma: la decisione del prossimo candidato sindaco di Palermo è legata a doppio filo dalla tenuta della coalizione regionale e anche dalla tenuta dell’alleanza nazionale. E così, a uno sguardo più approfondito, il centrodestra appare spaccato quanto non lo sia mai sembrato.

Basta guardare ai nomi per osservare che quasi tutti i partiti hanno espresso una candidatura.

Partiamo da chi già fa girare i cartelloni pubblicitari in città. Da tempo ha già iniziato la sua campagna di comunicazione il deputato regionale Totò Lentini, attualmente iscritto a Mpa ma già forzista e appartenente al gruppo parlamentare Ars dei Fratelli d’Italia. Ha avviato la campagna di comunicazione anche la deputata Francesca Donato, europarlamentare ex Lega, famosa per le sue posizioni no vax e no pass.

La candidatura non è ufficializzata ma in tanti da Fratelli D’Italia la spingono. L’ultima notizia in questo senso è di qualche settimana fa. “Abbiamo proposto Carolina Varchi come candidata a sindaco” ha detto il responsabile organizzativo di Fdi Giovanni Donzelli.

Fra le candidature acclamate e non ufficializzate c’è anche quella dell’attuale assessore regionale alla Formazione professionale Roberto Lagalla. La candidatura sembrerebbe apparire di buon occhio anche al vicerè forzista in Sicilia Gianfranco Miccichè. Miccichè, c’è da dire: non controlla l’intera Fi, sfuggendo dal suo controllo una parte di partito assai più lealista con il presidente della Regione Nello Musumeci ma questa potrebbe non osteggiare la candidatura del collega di giunta.

Diventerà bellissima a Palermo può disporre di una pedina di rilievo: Alessandro Aricò, uno dei leader regionali del movimento di Musumeci. L’organizzazione ha proposto Aricò per la candidatura ma lo stesso musumeciano ha frenato. “Certamente mi farebbe piacere dare un contributo alla mia città – ha detto in una nota Aricò aggiungendo: – Ribadisco che è nostra ferma volontà ricandidare Nello Musumeci alla guida della Regione con un centrodestra compatto, unitario e ancora una volta vincente”. Aricò sarà quindi in corsa a seconda di come si metterà la partita.

Nulla traspare al momento dalla Lega. Si era parlato di una candidatura di Francesco Scoma ma per la corsa a sindaco circolano anche i nomi di Marianna Caronia e Igor Gelarda: bisognerà capire che linea seguirà il Carroccio a livello regionale, forte dell’asse con gli autonomisti di Raffaele Lombardo.

E poi? Poi c’è la nuova Dc di Totò Cuffaro che ha auspicato una donna come candidato ma che aveva dato pure un endorsement a Saverio Romano. Inoltre ci sono una serie di nome, come quelli di Francesco Cascio e Francesco Greco, che sembrano essere stati abbandonati.

I nomi sul piatto quindi non mancano. Adesso, per il centrodestra occorre trovare la capacità di sedersi al tavolo e restare a giocare la partita.

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