Palermo: la morte Aurora Maniscalco, autopsia per svelare il giallo

Aurora Maniscalco torna a casa in una bara. L’autopsia per svelare il giallo

La salma di Aurora Maniscalco
La salma della hostess alla Medicina legale del Policlinico

PALERMO – La salma di Aurora Maniscalco è tornata a casa, a Palermo. Prima che venga riconsegnata alla famiglia per il funerale resterà per alcuni giorni alla Medicina legale del Policlinico. Qui, probabilmente già domani, mercoledì 9 luglio, sarà eseguita l’autopsia.

Secondo la Procura di Palermo, il caso è tutt’altro che chiuso a differenza di quanto sostenuto dalla polizia di Vienna, città dove l’hostess palermitana di 24 anni è morta la notte del 21 giugno scorso, precipitando dal terzo piano di un palazzo. Nel registro degli indagati è stato iscritto l’ex fidanzato, Elio Bargione, per istigazione al suicidio.

Si tratta di un atto dovuto per consentire all’indagato di nominare dei consulenti. I medici legali dovranno stabilire la causa del decesso e riscontrare sul corpo di Aurora eventuali segni di ferite che non rimandino all’ipotesi del gesto volontario.

Cosa è successo nella casa dove i due fidanzati hanno vissuto insieme per un periodo prima di lasciarsi? Aurora per un mese, dopo avere perso il lavoro, si era trasferita a Praga da un amico. Era tornata il giorno della tragedia. Il fidanzato ha raccontato che avevano litigato, lei lo aveva preso a schiaffi e infine si era lanciata nel vuoto da un’altezza di dieci metri. Un gesto volontario o qualcosa l’ha spinta nel baratro?

“Non si sarebbe mai uccisa”, continuano a ripetere i parenti che tramite l’avvocato Alberto Raffadale hanno presentato un esposto alla Procura di Palermo. Anomala viene ritenuta la circostanza che né Bargione né i suoi genitori abbiano avvertito subito la famiglia di Aurora Maniscalco. Il fidanzato ha chiamato all’indomani della tragedia, quando i suoi genitori sono giunti a Vienna.

Dopo l’autopsia il fascicolo dovrebbe passare ai pm di Roma competenti in caso di morte di un cittadino italiano all’estero. Aurora è tornata a Palermo in una bara. Le indagini accerteranno se oltre al corpo dentro vi siano anche dei misteri da chiarire.

Il padre: “Tante domande a cui vogliamo risposte”

“È un momento difficilissimo per noi genitori e spero che la giustizia faccia il suo corso e ci dica la verità su Aurora che era una ragazza piena di vita”. Lo dice Francesco Paolo Maniscalco, padre della giovane hostess.

“Noi chiediamo di conoscere la verità. Ho tante cose per la testa. A Vienna non sono state fatte indagini. Il racconto del fidanzato non è chiaro. Confido nelle autorità competenti e nel fatto che facciano le indagini – aggiunge il padre – Il telefonino di Aurora lo aveva in mano il fidanzato. Non è stato sequestrato. L’immobile non è stato sequestrato. Per noi genitori è inspiegabile questa superficialità. Ci sono tante domande a cui vogliamo risposte”.


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