Un’avvocata palermitana è sotto processo per calunnia e diffamazione nei confronti di tre agenti della scorta di un magistrato.
I fatti sono del maggio 2022. Il magistrato arriva da “Giacomino meraviglioso”, negozio che va di gran moda in città. Come sempre è accompagnata dalla scorta perché si tratta di un noto pubblico ministero che si occupa di inchieste antimafia. Le due auto blindate si fermano, gli agenti si dispongono per garantire la sicurezza del magistrato anche durante lo shopping. Fin qui è routine.
Ciò che sarebbe accaduto dopo lo descrive l’avvocata in un post su Facebook. Il legale racconta che il titolare del negozio ha chiesto agli agenti – vista la presenza di molti clienti – di indossare le mascherine anti Covid (lo stato di emergenza era cessato dal precedente mese di marzo). Gli uomini di scorta si sarebbero rifiutati “perché non era più obbligatorio indossarle”. All’invito a restare comunque con la mascherina per ragioni di opportunità la risposta, così annotava l’avvocata sui social, sarebbe stata: “Le forze dell’ordine fanno quello che vogliono”.
A questo punto il legale si sarebbe qualificato, rimproverando la scorta per la “frase gravissima” e uscendo dal locale per fotografare la blindata con tanto di targa. Uno degli agenti l’avrebbe minacciata: “Il magistrato è molto potente, la rovina, cancelli la foto“. Apriti cielo: “Le minacce mafiose esternate da voi sono tristi e squallide”, aggiunge l’avvocata.
Gli scatti sono stati postati sui social. L’avvocata ha pure inviato una pec al suo Consiglio dell’ordine per denunciare l’accaduto. La scorta smentisce la ricostruzione, indicando dei testimoni che non confermano la versione dell’avvocata, la quale finisce sotto processo per diffamazione (a mezzo Facebook) e calunnia. Gli agenti si sono costituiti parte civile.
