Palermo, salta seduta coppie arcobaleno: maggioranza divisa

Palermo, bagarre in Consiglio: salta la seduta sulle coppie arcobaleno VIDEO

D'Amico contro Milazzo, lavori chiusi e rinviati

PALERMO – La mozione sulla trascrizione dei figli delle coppie arcobaleno manda, ancora una volta, in tilt la maggioranza di centrodestra al comune di Palermo e provoca un battibecco in Aula tra Gaetano D’Amico, storico attivista, e il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo.

Una mattina ad alta tensione, quella vissuta a Sala Martorana, con il presidente Giulio Tantillo costretto a chiudere i lavori che riprenderanno domani pomeriggio.

La mozione della discordia

Motivo del contendere la mozione sostenuta dal comitato “Esistono i diritti” e presentata da un fronte trasversale che va da Alberto Mangano (Avs) al forzista Gianluca Inzerillo, dal capogruppo Pd Rosario Arcoleo a Fabrizio Ferrandelli, nel frattempo migrato in maggioranza con i galloni da assessore, passando per M5s e Oso.

Mozione che da mesi resta pendente e ha provocato qualche malumore perfino dentro il mondo Lgbtqia+, con alcune associazioni che hanno chiesto di emendare il testo per far adottare l’alias anche al Comune o imporre all’Anagrafe di trascrivere entrambi i genitori sulle carte di identità.

Emendamento firmato, anche stavolta, da uno schieramento misto che comprende Mariangela Di Gangi (Pd), Antonino Randazzo (M5s), Franco Miceli, Massimiliano Giaconia e il capogruppo azzurro Ottavio Zacco.

Milazzo contro Ferrandelli

Un tema potenzialmente esplosivo per il centrodestra: le posizioni a favore del sindaco Roberto Lagalla sono note, così come quelle contrarie della Lega e di Fratelli d’Italia. E proprio dai meloniani è arrivata la bordata più dura: “Questa è una mozione politica e per noi il valore e il programma sono dirimenti – ha tuonato Milazzo -. Valuteremo chi sono i nostri compagni di viaggio e chi non lo sarà più”.

Riferimento per nulla velato a Ferrandelli, seduto tra i banchi della giunta, con tanto di avvertimento: “Rinviamo il rendiconto a fine anno”, ossia il documento che sbloccheremo una spesa in investimenti pari a diverse decine di milioni di euro e su cui la maggioranza sta cercando la quadra.

D’Amico si è così avvicinato a Milazzo: “Lei ricatta l’assessore”. Apriti cielo: la seduta è stata sospesa e alla fine chiusa, rinviando il tutto a domani.

Lega contro Lagalla

Il problema però rischia di diventare politico: la mozione divide la maggioranza e rischia di affossare l’iter del rendiconto, riproponendo lo scontro già andato in scena in occasione del Pride.

“La città è sommersa dai rifiuti, tra qualche giorno nei rubinetti i palermitani non avranno più acqua ma il consiglio comunale, invece di dedicare tutto il proprio tempo e la propria attenzione a queste gravissime emergenze, preferisce occuparsi della mozione sulle famiglie omogenitoriali, un argomento su cui, come si sa, il consiglio non ha alcun potere decisionale né tantomeno legislativo”, dice Sabrina Figuccia, segretario provinciale della Lega e capogruppo.

“Stamattina, a Sala Martorana, è andato in scena un patetico teatrino che non fa certo onore alla quinta città d’Italia – continua Figuccia -. Lagalla non solo non si presenta in Aula per parlare dell’emergenza rifiuti, ma in più alimenta questo clima confuso. Se il Professore avesse con più chiarezza espresso le sue posizioni su questi temi, certamente la Lega non lo avrebbe mai sostenuto”.

Di Gangi: “Maggioranza divisa”

“Non accettiamo la logica di una gerarchia delle battaglie – dice Di Gangi del Pd -. Occuparsi di questioni sociali e civili non esclude la possibilità di affrontare le numerose emergenze irrisolte che l’amministrazione Lagalla sta accumulando”.

“Sono soddisfatta di constatare che anche parti significative della maggioranza condividono le nostre preoccupazioni riguardo alla cattiva attuale amministrazione – continua la consigliera – e non vediamo l’ora di discutere apertamente di queste problematiche, come abbiamo chiesto più e più volte. Tuttavia ciò che impedisce un confronto non sono le mozioni, bensì il sottrarsi del sindaco o dei rappresentanti della governance della partecipata, come nel caso di Rap, dal dibattito in aula”.

“Quanto alle contraddizioni interne alla maggioranza, incluse quelle sui diritti civili, queste devono essere affrontate. Non si può essere tutto e il contrario di tutto, lo ribadisco ancora una volta. Non possiamo accettare l’idea che certi temi non siano di competenza comunale solo perché non riguardano la gestione del potere, che sembra essere l’unico collante di questa maggioranza, tenuta insieme con lo scotch“.


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