Palermo, Brancaccio, nuovo pentito: la lista del pizzo e della droga

Brancaccio, nuovo pentito: la lista del pizzo e gli affari della droga

Chi è il nuovo collaboratore di giustizia e di cosa si occupava

PALERMO – Uomo del pizzo e della droga. Le microspie captarono la conversazione fra il neo pentito di Brancaccio, Rosario Montalbano e Maurizio Di Fede, il suo capo. Facevano l’elenco di commercianti e imprenditori a cui andare a chiedere la messa a posto. Appuntavano i cognomi in un libro mastro, mai ritrovato dagli investigatori. Così come la contabilità della droga. Nessuno meglio di Montalbano può aiutare i pubblici ministeri di Palermo per dare un volto ai personaggi finora sfuggiti agli arresti.

“Questo è scimunito…”

C’erano stati pure momenti di tensione. Di Fede, uomo forte della famiglia di Roccella, mal digeriva il fatto che Montalbano andasse oltre i compiti che gli erano stati assegnati. “Questo è scimunito, questo non è più cosa di potere stare perché ne fa sempre una, ne va combinando sempre una… la gente si lamenta che ci va con l’arroganza”, spiegava Di Fede.

I metodi bruschi adottati da Montalbano per la riscossione del racket creavano malumori fra i negozianti. All’orecchio di Di Fede era pure arrivata la voce che Montalbano avesse parlato male del capo ai mafiosi di Villabate. Lo volevano tagliare fuori dalla famiglia. Evidentemente i contrasti furono superati se è vero come è vero che dal 2019 al 2021, giorno dell’arresto, Montalbano si è dato un grande da fare per riscuotere il pizzo a tappeto.

La lista del pizzo

Molte attività commerciali sono state identificate, altre ancora no. Si va da “quello delle pedane” alla “gelateria”, dal “proprietario del garage” al “figlio di quello che è morto con l’infarto”. Montalbano incassava e portava i soldi al capo che pagava il suo stipendio: “Uno… due… tre… quattro… e cinque… questi prenditeli tu fatti la Pasqua… che poi la prossima settimana vediamo gli altri”.

Montalbano rispondeva presente tutte le volte che serviva il suo aiuto: dalla consegna dei soldi alle famiglie dei detenuti alle cassate da regalare ai picciotti per Natale. In sella ad uno scooter se ne andava in giro a caricare “il borotalco” da distribuire ai pusher. E non restava solo a Brancaccio, ma si muoveva anche lontano dai confini del suo mandamento.


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