Palermo, droga alla Vucciria con il benestare dei boss: nove arresti - Live Sicilia

Palermo, droga alla Vucciria con il benestare dei boss: nove arresti

Blitz dei carabinieri nel cuore della malamovida

PALERMO – Nella giungla della Vucciria si trova droga di ogni tipo. Cocaina, crack, hashish e marijuana. La filiera degli stupefacenti puzza di mafia nel quartiere reso celebre dalla mano di Renato Guttuso. Nella notte un blitz, l’ennesimo, dei carabinieri del Comando provinciale azzera l’associazione a delinquere che avrebbe gestito gli affari: dall’approvvigionamento allo spaccio.

Nove persone sono state arrestate, otto finiscono in carcere e una agli arresti domiciliari (QUI I NOMI). A una donna il giudice per le indagini preliminari ha applicato l’obbligo di presentazione in caserma su richiesta della Procura di Palermo. I pusher si passavano un cellulare per lo ordinazioni. La droga in codice veniva chiamata “birra” o “macchina”.

Il controllo mafioso

Alcol e droga, un mix che piace a chi affolla la zona del mercato storico che di notte si trasforma in una sacca maleodorante. Da sempre chi spaccia alla Vucciria deve essere autorizzato dai boss di Porta Nuova. Su tutti i Lo Presti e i Di Giovanni. Fino al 2022 a gestire la piazza, secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, sarebbe stato Leonardo Marino, arrestato nel blitz denominato “Vento” e ora raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare. L’operazione fece emergere il ruolo di Giuseppe Incontrera ucciso a colpi di pistola alla Zisa nel giugno 2022. Il suo assassino è stato condannato all’ergastolo nei giorni scorsi. Marino è nipote di Teresa, moglie dl boss Tommaso Lo Presti e pure lei finita qualche anno fa nei guai giudiziari.

Incontrera era un boss del mandamento di Porta Nuova. Si muoveva al fianco del consuocero Giuseppe Di Giovanni, arrestato con l’accusa di avere preso in mano le redini del mandamento un tempo guidato dai fratelli Gregorio e Tommaso. Di Giovanni da qualche tempo è di nuovo libero per scadenza dei termini di custodia cautelare.

“Facciamo tombola”

“Non puoi più sgarrare perché facciamo tombola”, diceva Incontrera a Marino, riferendosi alla contabilità Dopo la morte del boss per un periodo breve l’uomo a cui chiedere il permesso sarebbe stato Giuseppe Giunta, ma anche lui è stato arrestato. Marino avrebbe preso il posto di Giorgio e Antonino Stassi, padre e figlio. Il giorno in cui Stassi uscì dal carcere per tornare a gestire lo spaccio avrebbe dovuto versare “1.500 alla settimana” a Di Giovanni. “Io per Porta Nuova mi faccio ammazzare”, diceva Antonino Stassi. La macchina della droga, però, non si è fermata. Lo dimostra il blitz di oggi.


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