Palermo, "faida allo Zen": ai domiciliari è in pericolo, meglio la cella

Faida allo Zen: ai domiciliari è in pericolo, meglio riportarlo in cella

via costante Girardengo allo Zen
La surreale vicenda di un detenuto per tentato omicidio

PALERMO – La vicenda è paradossale. Rischia di tornare in carcere perché restare a casa è pericoloso. Si è svolta l’udienza al Tribunale di sorveglianza per la revoca dell’ordinanza con cui a Gaetano Giampino è stato concesso di finire di scontare la condanna per tentato omicidio agli arresti domiciliari.

Colpi di pistola contro la finestra

È contro la sua abitazione di via Costante Girardengo, allo Zen, che il 21 ottobre scorso sono stati esplosi diversi colpi di pistola. Era sera, un uomo dal finestrino della macchina ha fatto fuoco contro la finestra. I proiettili si sono conficcati anche nelle pareti all’interno dell’abitazione. Dai primi giorni dello scorso ottobre Giampino sta contando a casa l’ultima parte della condanna a sei anni. Fine pena fissato a gennaio 2025, ma vanno sottratti alcuni mesi per la buona condotta.

I fatti del 2019

Era il 2019 quando Giampino colpì Salvatore Maranzano con un colpo di pistola di rimbalzo sparato per terra. Avevano avuto una discussione in presenza della moglie. Il movente del gesto è rimasto poco chiaro, sta di fatto che Giampino – reo confesso – fu condannato con l’attenuante della provocazione. Maranzano rimase vivo per miracolo.

Sui colpi di pistola dello scorso ottobre indagano i poliziotti della squadra mobile. In un’informativa scrivono: “Non può escludersi che quest’ultimo evento sia ricollegabile ai fatti del 2019 e s’inquadri quindi in un contesto di frizioni e faide interne con la famiglia Maranzano“. In zona vivono altri componenti del nucleo familiare, “connotati da un’elevata caratura criminale già resisi protagonisti di una faida interna allo Zen 2 con la famiglia Colombo”. Anche in questo caso finì a pistolettate.

Giampino ha subito una vendetta? Le indagini proseguono. Delle due l’una: o trova in fretta una nuova casa per allontanarsi da un ambiente pericoloso oppure, così come chiesto dalla procura generale, deve tornare in carcere. L’ultima parola spetta al tribunale di Sorveglianza. Giampino, nonostante sia la vittima del tentato omicidio, rischia di vedere peggiorare la sua condizione.


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