Operai in servizio dal 2 maggio |Ecco le prime indiscrezioni - Live Sicilia

Operai in servizio dal 2 maggio |Ecco le prime indiscrezioni

Il piano proposto dal sindaco Orlando prevede esodi incentivati e il ritorno in servizio a partire dal 2 maggio. I primi quattro mesi, invece, verrebbero garantiti dalla cassa integrazione.

PALERMO – Esodi incentivati, cassa integrazione praticamente per un anno in parte a carico del Comune, reimpiego dei dipendenti Gesip e richiesta di deroghe nazionali. Eccolo il piano del sindaco Orlando per risolvere la vertenza della società di via Maggiore Toselli, illustrato ai sindacati nel corso di un incontro tenutosi oggi a Palazzo Galletti. Un incontro atteso, che precede di due giorni il summit romano al ministero del Lavoro che dovrebbe dare l’approvazione definitiva al percorso messo a punto da piazza Pretoria.

In pratica, i primi quattro mesi del 2013 sarebbero coperti dalla cassa integrazione in deroga mentre dal 2 maggio i dipendenti ritornerebbero al lavoro, ma stavolta in quanto parte integrante di un bacino di cassintegrati che, in virtù di una legge nazionale, possono essere reimpiegati da Palazzo delle Aquile. Insomma, una sorta di nuovi lsu a cui però verrebbe garantito il tfr e i contributi previdenziali.

L’Inps garantirebbe tfr e contributi, mentre l’indennità sarebbe a carico del Comune e ammonterebbe a 900 euro netti: una quota uguale per tutti, tanto che chi ha un livello superiore farebbe meno ore pur di raggiungere la quota prevista. Al tutto vanno sommati gli assegni familiari. Il primo step, però, sarebbero gli esodi incentivati che, secondo le stime del Comune, riguarderebbero circa 325 lavoratori che matureranno i requisiti nel corso dei prossimi due anni.

A conti fatti, il piano dovrebbe costare circa 38 milioni, di cui 20 a carico di piazza Pretoria e il resto divisi fra Inps e Regione. In un primo momento, quindi, tutti al lavoro mentre nel lungo periodo, attraverso la mobilità orizzontale fra le aziende partecipate del Comune (per cui è stata chiesta una specifica deroga al dicastero della Funzione pubblica) e una ulteriore riorganizzazione dei servizi, i lavoratori saranno progressivamente impegnati, in funzione delle rispettive professionalità, delle necessità di servizi ai cittadini e del turn over nelle altre aziende.

“Ovviamente quello che abbiamo illustrato ai sindacati e su cui abbiamo registrato un sostanziale consenso è un Piano ancora da sottoporre al confronto con la Regione e con il Governo Nazionale – ha chiarito Orlando – ma dagli incontri e dai colloqui già avuti la scorsa settimana siamo fiduciosi in una conferma dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Così come più volte ribadito in questi mesi, soltanto coniugando il diritto al reddito dei lavoratori ed il diritto ai servizi della città sarà possibile trovare una soluzione, così come soltanto affrontando il problema in un clima di collaborazione e concertazione tanto con le Istituzioni quanto con i Sindacati, sarà possibile dare una risposta a 360 gradi ad un problema che, per come si è manifestato fin dall’inizio del mio mandato a Sindaco, è certamente complesso ed articolato”.

Ma il sindaco ha anche annunciato che il neo liquidatore Giuseppe Caiozzo, insediatosi oggi, presenterà una nuova istanza di fallimento al tribunale “così da mettere al sicuro il tfr dei dipendenti”. Il prossimo appuntamento è per lunedì 11 con un nuovo incontro Orlando-sindacati.

LE REAZIONI
La Filcams Cgil di Palermo esprime forti perplessità sulla proposta illustrata oggi dal sindaco Leoluca Orlando ai sindacati a proposito del futuro lavorativo degli operai della Gesip, che contempla la richiesta di altri 8 mesi di cig in deroga, a zero ore. “Il sindaco Orlando ci ha appena comunicato che intende chiedere altri 8 mesi di cassa integrazione, a partire da fine aprile. Durante la proroga di questi altri 8 mesi, il Comune vuole richiamare il personale al lavoro facendosi carico dell’indennità di cassa integrazione mentre i contributi continuerebbero a restare a carico dell’Inps”, dichiara Monja Caiolo, segretario della Filcams Cgil di Palermo. Una proposta che ai sindacati è sembrata ‘confusa’ perché non terrebbe conto di alcuni aspetti normativi. “Ci lascia perplessi un piano di salvataggio regolato da tanta confusione e incertezza. Abbiamo osservato che ci sfugge come si possa smembrare in questo modo la norma della cassa integrazione. L’altro punto debole della proposta – aggiunge Monja Caiolo – è il fatto che a mettere gli operai in cassa integrazione sarà la Gesip e invece sarà il Comune a chiamarli al lavoro: sarebbero quindi due soggetti differenti in campo. Orlando sostiene di avere avuto da parte del ministero delle prime assicurazioni che dovrebbero concretizzarsi mercoledì in una definizione della vertenza. Noi non ci sentiamo tranquilli: questa proposta, almeno fino ad ora, non contiene chiarimenti sugli aspetti normativi. Speriamo di avere maggiori delucidazioni dopo l’incontro che il sindaco avrà mercoledì a Roma”.

“C’è cauto ottimismo rispetto al fatto che si inizi a delineare un percorso che potrebbe mettere insieme politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali che nel giro di un paio di anni porterebbero a normalizzare la situazione dei lavoratori Gesip, sempre che tutto ciò trovi definitivo conforto nell’incontro col ministero previsto la prossima settimana”: lo afferma Pietro La Torre, segretario regionale della Uiltucs, che assieme alle altre sigle ha incontrato l’amministrazione comunale di Palermo. Il piano discusso prevederebbe da gennaio ad aprile la cassa integrazione in deroga per i lavoratori. Poi, grazie a un accordo particolare col ministero, i lavoratori rimarrebbero in carico alla Gesip, a prescindere che sia fallita o meno, e lo Stato concederebbe la cassa integrazione in deroga con la possibilità di scivolo verso la pensione per lavoratori che hanno requisiti pensionistici, almeno un centinaio inizialmente. Questo strumento verrebbe finanziato da una serie di soggetti: i contributi sarebbero pagati a livello nazionale mentre il Comune parteciperebbe accollandosi la parte economica, cioè i 900 euro di costo a lavoratore. Ciò permetterebbe di avviare un percorso di politiche attive, dall’utilizzo del personale fino alla riqualificazione o alla collocazione in altre partecipate. Ma bisognerà attendere l’esito dell’incontro a Roma. Lunedì è previsto un nuovo incontro al Comune con i sindacati.

La Usb nutre forti dubbi sulla fattibilitá di questa operazione che il sindaco ieri ha rappresentato a tutte le organizzazioni sindacali. Le perplessitá sono dovute al fatto, che se passasse questa proposta, si aprirebbe una maglia e si creerebbe un precedente epocale e guardando oltre il nostro naso lo scenario nazionale non é dei piú confortanti. Non vorremmo che sia un’altra genialata elettorale, in modo da tenere buoni i lavoratori e prendere consensi, speriamo non sia cosí, anche se l’esperienza ci insegna che negli anni i lavoratori sono sempre rimasti ostaggi della politica. Di contro c’é da dire che la politica puó fare questo ed altro, ma perché farlo proprio per la Gesip? Quindi i dubbi rimangono.

 

 


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