Palermo, l'imprenditore: ecco i soldi del pizzo per Natale e Pasqua

L’imprenditore bussa: “Ecco i soldi del pizzo per Natale e Pasqua”

Il racconto del collaboratore di giustizia

PALERMO – Fu l’imprenditore a farsi avanti. Come si dice in gergo mafioso: si “fece la strada” per mettersi a posto con gli uomini del pizzo. A ricostruire una delle tante estorsioni è il neo collaboratore di giustizia Francesco Terranova di Villabate. Certi meccanismi non cambiano. Gli arresti si susseguono, cadono vecchi e nuovi capi ma il pizzo resiste.

Lo scontro per il pizzo

Nei mesi scorsi i carabinieri hanno ricostruito il ruolo di Francesco Terranova, Salvatore Lauricella, figlio di Antonino, il boss del rione Kalsa di Palermo, Giovanni La Rosa, Vito Traina e Antonino Ciaramitaro, titolare del negozio di abbigliamento “Tony’s” di piazza Giulio Cesare a Villabate. Secondo la Procura di Palermo, Ciaramitaro sarebbe coinvolto nell’estorsione ai danni del titolare di un centro di smistamento che lavora per Dhl. La gestione dell’estorsione aveva provocato frizioni tra Terranova e Lauricella. Lauricella si era mostrato troppo irruente nei confronti dell’imprenditore, provocando la reazione di Terranova: “… è pericoloso mandamelo appena lo acchiappi”, diceva a Vito Traina.

“Ha fatto il mio nome”

Terranova è diventato collaboratore di giustizia. Fra i fatti da lui ricostruiti c’è la storia del pizzo: “Fui avvicinato dal titolare della Dhl che veniva a scaricare mobili a casa, Ikea, mi faceva cenno che mi doveva parlare… gli dicevo senti ci vediamo al bar… arrivo al bar gli faccio cenno con la testa e me lo porto alla traversa vicino e mi dice che c’erano andate delle persone, un ragazzo a chiedere dei soldi a nome mio e mi descrive uno con la barba, gli occhiali subito me lo sono immaginato”.

Si tratterebbe di Christian Boncimino, pure lui indagato. “Quando vedo Lauricella mi ci incazzo – aggiunge il collaboratore – gli dico ‘ma che hai fatto’ e lui ‘no te lo giuro non è vero’ e poi ho capito il perché perché praticamente Lauricella con questo di Dhl avevano degli affari, si scambiavano degli assegni, si compravano delle macchine da lui quindi lui non se l’è voluto fare dispiacere e ha detto di fare il mio nome”.

La busta con duemila euro

Terranova ricostruisce il ruolo di Ciaramitaro: “Mi ha detto Ciaramitaro ci dobbiamo vedere, quando ci siamo visti mi ha dato la busta con i 2.000 euro in quell’occasione. Non lo so se lo sapeva ma nella seconda occasione me li ha portati Traina (Vito Traina, altro indagato ndr) quindi presumo… all’interno non penso che potesse essere posta. Si vede che è una busta che contiene i soldi“.

Tornando alla prima consegna di denaro: “Ci vediamo la vigilia o il giorno di Natale direttamente al bar lui… mi chiama io capisco che giustamente c’è qualcosa io arrivo là e io con la mia macchina e lui con la sua, ce ne andiamo al bar e là mi consegna la busta con i 2.000 euro, una busta da lettera si capisce che c’è una mazzetta dentro”.

Stessa cosa pochi mesi dopo. A Pasqua succede che i soldi sono stati consegnati nuovamente a lui i primi 2.000 ce li siamo divisi io e Lauricella, per Pasqua quando porta la seconda rata stavolta gliela fa avere a Vito Traina… siccome Lauricella era andato a casa della compagna di Messicati (Antonio Messicati Vitale ndr, boss di Vilalbate detenuto)… si era lamentato perché dice che per le festività non aveva ricevuto niente, manco una cassata, di testa mia prendo 1.500 euro”. E li fece avere alla famiglia Messicati Vitale.


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