Palermo, la preside dello Zen arrestata: "Ecco la mia verità" - Live Sicilia

Palermo, la preside dello Zen arrestata: “Ecco la mia verità”

Daniela Lo Verde ha chiesto di essere interrogata dai pm

PALERMO – Daniela Lo Verde ha chiesto di essere interrogata. Di fronte ai pubblici ministeri della Procura europea l’ex preside dello Zen avrebbe provato a scrollarsi di dosso l’infamante accusa di avere “tradito” chi ha creduto in lei. Oggi ha fatto delle ammissioni, fornendo una sua chiave ricostruzione ma ribadendo di avere fatto del bene nella scuola di frontiera di cui era dirigente.

L’ultima conferma investigativa è dello scorso maggio. I carabinieri hanno trovato e sequestrato tre iPhone e un MacBook alle figlie di Lo Verde. Erano stati comprati con i soldi dell’Unione europea destinati ai progetti della scuola Giovanni Falcone. I militari si sono presentati con un mandato di perquisizione firmato dai pm Calogero Ferrara ed Amelia Luise. Gli investigatori hanno confrontato la bolla di consegna dei cellulari e del computer consegnati alla scuola. I codici Imei corrispondevano agli apparecchi trovati ai parenti di Lo Verde.

Di fronte a tale evidenza l’ex preside, finita ai domiciliari, avrebbe cercato di giustificare l’episodio. È stata una leggerezza, commessa senza rendersi conto di aver fatto una cosa vietata. C’è poi la questione della spesa comprata – secondo l’accusa – con i soldi per i laboratori scolastici e usata per le esigenze familiari. I carabinieri l’hanno immortalata mentre usciva con i sacchetti dalla scuola. Sul punto la preside si sarebbe difesa sostenendo che si trattava di generi alimentari pagati di tasca propria per la dispensa di casa. Faceva gli acquisti e poi andava a scuola. Nessuna ruberia insomma, ma una commistione.

Nel corso dell’interrogatorio l’ex presidente, assistita dall’avvocato Ninni Reina, avrebbe rivendicato il lavoro svolto negli anni allo Zen. Ha detto di avere fatto del bene nel quartiere, senza porsi il problema di rimetterci del denaro.

L’interrogatorio è durato pochissimo. Potrebbe essere la spia di un inizio di confronto o di una chiusura totale dei pm della Procura europea che non avrebbero creduto alle sue giustificazioni. Il quadro indiziario non sarebbe variato rispetto alla ricostruzione dell’accusa che nelle scorse settimane ha retto alla valutazione del tribunale del Riesame. La misura degli arresti domiciliari è stata confermata per Lo Verde e per il suo vice Daniele Agosta, accusati di corruzione e peculato. Le motivazioni non sono state ancora depositate.

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