Palermo, liste d'attesa "pilotate" al Civico: cade l'accusa, assolti

Palermo, liste d’attesa “pilotate” al Civico: cade l’accusa, assolti

Rinvio a giudizio per residuali ipotesi di falso

PALERMO – Non c’erano liste di attesa pilotate nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Civico di Palermo. Il giudice per l’udienza preliminare Lirio Conti ha prosciolto l’ex primario Natale Francaviglia e i medici del suo staff.

Contestualmente è arrivato il rinvio a giudizio per la presunta truffa su alcuni materiali usati in reparto.

Non ha retto l’accusa secondo cui Francaviglia (commettendo i reati di truffa, falso e abuso di ufficio), prima visitava i pazienti privatamente e poi li aiutava a scavalcare le liste di attesa per i ricoveri in ospedale. Il reato veniva contestato in concorso con una sfilza di medici e sanitari. Gli episodi sospetti erano decine.

Imputati prosciolti per le liste d’attesa

La sentenza di non luogo a procedere riguarda, oltre a Francaviglia, anche le posizioni di Santo Montemurro, Michele Bruno, Francesco Tarallo, Gianmarco Randazzo, Anna Maria Fimognari, Pietro Impallaria, Francesco Meli, Benedetto Lo Duca, Antonino Odierna Contino, Jacquelyne Lima, Giuseppe Lentini, Maria Napolitano, Servizi Medicali srl.

Erano assistiti dagli avvocati Mario Caputo, Michele De Stefani, Dario D’Agostino, Enrico Sanseverino, Roberta Pezzano, Teo Calderone, Leonardo Raso, Sal Mormino.

Rinvio a giudizio per ipotesi minore

Francaviglia è stato rinviato a giudizio per un falso materiale assieme a Tarallo (ex agente della Servizi Medicali srl), Randazzo (direttore della stessa società) e Bruno (infermiere). Si tratta di una ipotesi residuale.

I falsi sarebbero stati commessi nei registri di scarico della merce, mettendo per iscritto di avere consumato più materiale della realtà. Gli stessi falsi però non sono stati ritenuti funzionali all’ipotesi di truffa (era l’ipotesi più grave) per il quale l’assoluzione è piena per tutti con la formula perché il fatto non sussiste.

Era già stata archiviata mesi fa la posizione dell’infermiera Carmelinda Lombardo, uscita per prima dall’indagine.


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