Mafia di Torretta: condanne e assoluzioni. Scagionato l'ex sindaco

Asse mafioso con gli Usa: condanne e assoluzioni. Libero dopo il verdetto

Scagionato l'ex sindaco di Torretta

PALERMO – Le uniche novità rispetto al processo di primo grado sono un’assoluzione con contestuale scarcerazione e due condanne in continuazione con precedenti sentenze. Il processo di appello riguardava i presunti mafiosi di Torretta che avevano riattivato il ponte che collegava i boss del mandamento palermitano Passo di Rigano, a cui la famiglia di Torretta appartiene, e gli americani.

L’unico nuovo assolto è Calogero Badalamenti che in primo grado era stato condannato a 7 anni per mafia. Passa la linea difensiva degli avvocati Edy Gioè e Angelo Barone. Dopo la lettura del verdetto è arrivata l’immediata liberazione.

Per Calogero Caruso e Giovanni Angelo Mannino, difesi dagli avvocati Giovanni Mannino e Ninni Reina, la pena inflitta (rispettivamente 9 e 5 anni viene applicata in continuazione, dunque non si somma con le pene che stavano già scontando.

Le condanne

Queste le altre pene così come già decise in primo grado : Lorenzo Di Maggio 2 anni in continuazione con una precedente condanna, Raffaele Di Maggio 8 anni e 8 mesi, Francesco Puglisi 7 mesi e 3 giorni, Simone Zito 6 anni e 10 mesi, Ignazio Mannino 6 anni e 8 mesi, Paolo Vassallo 1 anno.

Le assoluzioni

Rigettato l’appello dei pm contro l’assoluzione, dunque confermata, dell’ex sindaco Salvatore Gambino (difeso dall’avvocato Alessandro Campo, era stato arrestato e il Comune sciolto per mafia), Filippo Gambino (avvocato Pietro Sapienza), Calogero Zito (avvocato Angelo Barone), Natale Puglisi (avvocato Domenico La Blasca), Natale Puglisi, classe 1966 (avvocato Salvatore Petronio).

Nel piccolo paese con poco più di quattromila abitanti in provincia di Palermo c’erano fazioni in perenne conflitto. Tra i personaggi chiave gli investigatori individuano Raffale Di Maggio, figlio dello storico capomafia Giuseppe, deceduto nel 2019.

L’inchiesta avrebbe svelato i presunti rapporti con gli Inzerillo, i boss scappati in America durante la guerra di mafia degli anni Ottanta e poi rientrati a Palermo.


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