Palermo, Minardo: 'Avremo il nome, facciamo presto'

Palermo, Minardo: ‘Avremo il nome, facciamo presto’

Il comandante delle truppe leghiste in Sicilia: chiudere in settimana per il candidato. Frecciata a Miceli.
PALERMO 2022 - L'INTERVISTA
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Onorevole Nino Minardo, comandante delle truppe leghiste in Sicilia, chi sarà il candidato sindaco del centrodestra a Palermo, alla fine? Sarà Scoma? Sarà Cascio? Sarà…
“Non mi permetto di esprimermi sulle persone che considero peraltro tutte rispettabili e autorevoli e poi sarei di parte, se vuole possiamo ragionare insieme. E’ chiaro che noi con ‘Prima l’Italia’ abbiamo il nostro nome che è noto, cioè Francesco Scoma, e che consideriamo fortissimo su Palermo”.

Nino Minardo è uno di quelli che, nel centrodestra siciliano, condividono la fatica della sintesi, fin qui introvabile. Palermo, Regione, Messina… L’elenco delle cose sui cui mettersi d’accordo è lunghissimo. Nel frattempo, proprio a Palermo, il centrosinistra ha ritrovato l’unità intorno alla candidatura di Franco Miceli.

Cominciamo da Miceli e da una parte politica che spera di vincere, anche e soprattutto per le vostre divisioni.
“Mi dispiace per l’architetto Miceli, ma gli resterà soltanto questa speranza. Il centrodestra troverà la sintesi e vincerà: a Palermo, a Messina e alla Regione”.

Da dove le viene una simile sicurezza?
“I disastri del centrosinistra a Palermo sono sotto gli occhi di tutti e il consenso che vediamo ogni giorno attorno al centrodestra è chiaro, ora tocca a noi. Siamo, però, in ritardo rispetto a una condizione politica favorevole e rispetto a una classe dirigente che, da settimane, attende un segnale dai partiti. E siamo in ritardo, soprattutto, rispetto ai desideri legittimi della gente”.

Ma, se resterete divisi, per ammissione di alcuni esponenti della vostra stessa coalizione, rischierete di perdere. E’ così o no?
“Io, per natura, non do nulla per scontato. Ma mi sento di dire che il centrodestra avrà, presto, un nome unitario per Palermo. Credo in settimana”.

Sarà Scoma?
“Lo spero, ma ho premesso che non discuto sui nomi, è risaputo che noi, per Palazzo delle Aquile, abbiamo una proposta che consideriamo fortissima e lo ripeto. Detto questo, siamo sempre stati pronti a discutere. Dobbiamo recuperare il tempo perduto”.

Come si raggiunge l’obiettivo?
“Stando tutti, compresi Fratelli d’Italia, intorno a un tavolo, con umiltà e senza presunzione. Discutendo, senza che nessuno dica che da lui non si può prescindere. Lasciamo fuori personalismi, pregiudizi e risentimenti e andiamo avanti insieme. Noi abbiamo sempre dimostrato grande disponibilità”.

Fino a che punto?
“Mi pare che abbiamo dimostrato il massimo senso di responsabilità. C’è stato chiesto di fare una sintesi complessiva, tra amministrative e regionali, e abbiamo detto sì. Poi c’è stato chiesto di discutere prima di Palermo e Messina e abbiamo detto sì. Poi di parlare, tenendo presenti anche le future elezioni di Catania, e abbiamo detto sì…”.

Però Matteo Salvini ha anche detto: ci toccano o Palermo o la Regione…
“Mi pare un ragionamento più che legittimo che una forza radicata e diffusa, come la nostra, chieda, in Sicilia, di potere proporre candidature prestigiose. Ma l’abbiamo sempre affermato in un quadro di riflessione comune. Siamo una grande forza moderata, legata al territorio, che vuole il riconoscimento del suo peso per poter dimostrare ai siciliani che un modello vincente e pragmatico di governo già testato in tante altre realtà italiane è possibile anche qui”.

Non siete sempre stati moderati, o sbaglio?
“E’ la nostra vocazione esserlo. In Sicilia ci siamo radicati proprio per questo, per diventare un punto di riferimento”.

E’ merito suo?
“Non rivendico meriti e non mi piace apparire. Abbiamo lavorato, con profitto, tutti insieme, sotto la guida di Matteo Salvini”.

Cascio o Scoma? O magari Varchi? E, chi lo sa, Lagalla? Chi sarà il candidato ‘sintetico’?
“Non insista. Preferisco riflettere su cosa è Palermo. Una città che mostra le sue ferite, frutto di una amministrazione che l’ha lasciata sprofondare e che non ha dato risposte. La gente, quelle risposte, le vuole. Dobbiamo metterci subito d’impegno. E non perdere un minuto di più”.

Matteo Salvini e Nino Minardo

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