Palermo, il pusher, i poliziotti: marcia indietro dopo la confessione

Il pusher e i poliziotti “infedeli”: marcia indietro dopo la confessione

Convocato per la seconda volta ha scelto il silenzio

PALERMO – È una marcia indietro netta. Dopo avere confessato, Ignazio Carollo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Carollo è il pusher accusato di avere corrotto due poliziotti. Grazie all’aiuto del poliziotto Fabrizio Spedale (l’altro arrestato è Salvatore Graziano) sarebbe rientrato in possesso della droga sequestrata e custodita dalla polizia.

La Procura lo aveva convocato d’urgenza perché aveva detto di “essere in possesso di informazioni su di un altro soggetto appartenente alle forze dell’ordine“. Ed è questo il tema che il pm Andrea Fusco ha provato subito ad affrontare. Niente da fare: Carollo ha scelto il silenzio.

La volta precedente Carollo aveva parlato di cifre. Il grosso del guadagno, un paio di decine di migliaia di euro, sarebbe andato a Spedale che aveva il ruolo più dedicato: fare sparire la droga custodita nei magazzini della polizia o inviata presso aziende private per la distruzione. Aveva però parlato di somme più basse rispetto a quanto emergeva dalle intercettazioni.

Secondo la Procura, ci sarebbero altri uomini in divisa infedeli. In particolare due poliziotti e un carabiniere. Non sarà Carollo ad aiutare gli investigatori nell’individuazione. I pm sono convinti che ci siano altri interessi dietro il suo racconto. In realtà farebbe parte di un giro molto più grosso che ha tenuto nascosto. Le sue ammissioni sarebbero state un tentativo di depistate le indagini?


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