“In questo momento i ricoveri non stanno scendendo, anzi, aumentano. Perché? Perché ci sono tantissimi pazienti con comorbilità, soprattutto non vaccinati, che non possiamo mandare a casa. La variante Omicron è veramente tremenda, sta beccando chiunque e di conseguenza ci sono ancora tante ospedalizzazioni. Le persone che arrivano sono soprattutto anziane e fragili, questo può creare l’ingolfamento”.
Sono le nove di un martedì mattina. La dottoressa Tiziana Maniscalchi, primario del pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo, è in trincea. Alle 8.57, per la precisione, la schermata segna cinquantuno pazienti per un indice di sovraffollamento del 255 per cento. Si viaggia ancora su numeri alti. Che, per ora, si riesce comunque a gestire.
“Non vediamo più persone giovani – spiega la dottoressa Maniscalchi -. Vediamo gli anziani e molti oncologici e trapiantati che sono qui perché immunodepressi e hanno preso il virus. E poi c’è il dramma della popolazione anziana e sola che non vuole tornare a casa perché, giustamente, ha paura. Ti implorano di restare: ‘e se mi sento male chi mi aiuta?’. Hanno anche difficoltà a fare la spesa, magari perché i figli sono lontani. E’ una situazione complicata, una delle tante a cui il Covid ci ha abituato dal punto di vista sanitario e sociale”.
“L’altro problema – spiega il primario – è quello dei cluster ospedalieri che spuntano ovunque. Credo che alla fine il Covid lo prenderemo tutti o quasi tutti e il vaccino farà la differenza. Intanto, fa male vedere tante persone con i capelli bianchi che vengono qui e non sono vaccinate. C’è qualcosa da migliorare nell’attenzione con cui seguiamo i più fragili. Al decimo over novanta che curiamo e che non ha nemmeno una dose, te lo chiedi: come è stato possibile?”.
Anche la terapia intensiva del ‘Cervello’, guidata dal dottore Baldo Renda, soffre, con quattordici pazienti su sedici posti disponibili, una decina sono i non vaccinati. Sta meglio ed è stato estubato il ventiseienne vaccinato che è finito in rianimazione per una rara complicanza Covid. Si è invece aggravata una signora non vaccinata di 59 anni che è stata trasferita all’Ismett per la terapia dell’Ecmo di cui abbiamo scritto qui.