Sanità, il manager pentito accusa: "L'ex onorevole mi fece paura"

Sanità, il manager pentito accusa: “L’ex onorevole mi fece paura”

Fabio Damiani tira in ballo Dore Misuraca

PALERMO – Fabio Damiani era potente. Talmente potente da tirare dritto per la sua strada, resistendo alle pressioni dei politici per l’aggiudicazione delle gare nella sanità siciliana.

Damiani da accusato è divenuto IL grande accusatore. L’ex provveditore delle opere pubbliche dell’Asp di Palermo e responsabile della Centrale unica di committenza per gli appalti della Regione siciliana, ha fatto il nome di Dore Misuraca, uomo di Forza Italia, ex parlamentare del centrodestra, approdato al Pd nell’ultima parte della sua carriera politica quando era ormai in fase discendente.

Una gara da 66 milioni

Misuraca, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Palermo, così si legge nelle informative dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, avrebbe tentato di turbare una gara.

Nel suo caso si parla dell’appalto per l’ossigenoterapia a domicilio. Una gara da 66 milioni di euro per un servizio che copriva la Sicilia occidentale per quattro anni, bandita dall’Asp di Palermo nel 2016. La commissione di gara era presieduta da Damiani. Fu aggiudicata alla società Vivisol, ma poi annullata dopo il ricorso al Tar della esclusa Medicair (quarta classificata, soltanto le prime tre potevano giocarsela). Secondo i giudici amministrativi, due avvocati e uno psichiatra non avevano le competenze necessarie per stabilire il vincitore.

Il tangentista pentito

Nel dicembre 2020 Damiani, tangentista pentito, è stato interrogato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giacomo Brandini e Giovanni Antoci. Misuraca avrebbe voluto che venisse favorita Medicair o in alternativa che la gara venisse annullata. Damiani ha riferito di averne anche parlato con l’allora manager dell’azienda sanitaria provinciale palermitana Antonio Candela.

Ecco il verbale di Damiani, che parte da lontano: “Con Misuraca c’è un rapporto di lunghissima data omissis… quando è stato nominato direttore generale Cirignotta (Salvatore Cirignotta, ndr), dove Musuraca fu il deputato che mi propose come direttore amministrativo dell’Asp di Palermo e mi presentò all’assessore alla salute il dottore Russo… non fu nominato io direttore amministrativo, ma Misuraca propose Candela e poi Misuraca presentò me a Candela e da lì nacque un rapporto di frequentazione con Candela”. I verbali sono zeppi di omissis che coprono identità e nuovi spunti investigativi.

Gli incontri con Misuraca

I rapporti fra Damiani e “l’onorevole Misuraca” erano di “stima reciproca, lo scontro arriverà vent’anni dopo”. E cioè nel 2016: “Quindi lui un giorno mi ha chiamato… io sono andato a casa sua in via Villareale… mi parlò di questa gara e a casa sua c’era presente diciamo un suo amico che frequentava la sua segreteria politica, che io avevo conosciuto in altre occasioni a casa sua… vengo a sapere che era un commerciale o comunque una persona, diciamo, più rappresentativa per il Sud d’Italia o comunque per la Sicilia, di un’azienda che aveva partecipato alla gara dell’ossigenoterapia domiciliare… e non ricordo il cognome era una persona alta, robusta comunque una persona che diciamo rappresentava quella azienda di Collesano”.

“Voleva i nomi dei commissari”

Nei successivi incontri Misuraca sarebbe andato dritto al sodo: “Qualche tempo più avanti invece lui mi chiamò e mi disse di raggiungerlo verso casa sua in via Belmonte e al primo incontro lui invece fu molto chiaro… mi chiese espressamente di favorire questa ditta nella gara che per lui era molto importante, che non mi aveva mai chiesto niente, che di fatto era vero, che questa cosa gliela dovevo fare perché gliela dovevo fare… fui preso molto alla sprovvista per cui dissi che non dipendeva da me, dipendeva dagli altri componenti cioè cercare un modo come dire di sottrarmi a questa violenza… era con un tono molto forte, imperioso… lui volle sapere i nomi dei commissari, come li poteva contattare”.

“Il suo tono era imperioso, mi fece paura”

Damiani ha consegnato le registrazioni degli incontri con Misuraca. Ce ne fu un terzo: “Mi richiamò per vederci perché lui evidentemente aveva saputo che la ditta in questione era la terza e dunque lui in questo incontro era ancora più arrabbiato, perché era arrivata terza… per loro era come se fosse uno sfracello… fu ancora più esplicito, ancora più arrabbiato perché aveva saputo che questa ditta non era messa bene e lui mi disse sabato e domenica non si ti muovere assolutamente da casa perché io avrò bisogno di te… mi fece quasi paura insomma perché il tono era molto imperioso poi invece non ci sentimmo né sabato, né domenica… di questa cosa ne parlai con Candela il quale mi disse di lasciar perdere insomma lui aveva una frequentazione molto stretta con Misuraca a quel tempo e basta”.


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