Coinvolti sette siciliani. Stoccaggio a Trapani e vendita a Palermo

Tonnellate di sigarette dalla Tunisia alla Sicilia: 13 arresti

Coinvolti sette siciliani. Stoccaggio a Trapani e vendita a Palermo. Primo blitz della Procura europea in Italia

PALERMO – Le indagini sul contrabbando di sigarette fanno il salto di qualità. Su ordine della Procura europea, sede di Palermo, i finanzieri del Comando provinciale hanno fermato 13 persone. Avevano “bisogno di fare soldi” e hanno organizzato traffici in grande stile, “roba grossa”, attivando la rotta fra la Tunisia e la Sicilia (GUARDA IL SISTEMA – VIDEO). Nel frattempo in sei percepivano il reddito di cittadinanza.

Gli agenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinati dai procuratori europei Calogero Ferrara e Amelia Luise, hanno individuato due organizzazioni criminali in affari.

Due organizzazioni

La prima, con basi operative in provincia di Trapani e in Tunisia, reperiva le sigarette di contrabbando e organizzava il trasporto. La seconda, con base operativa a Palermo, comprava le sigarette e le piazzava al mercato nero. Parlavano di “fieno” che doveva arrivare “dall’Algeria” o di “limoni da caricare”.

Le navi madri

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno monitorato l’arrivo delle “navi madri” che si fermavano al limite delle acque territoriali nazionali, dove ad attenderle c’erano dei “barchini” che trasportavano le sigarette a Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara, ma anche nel Siracusano. Quindi la merce veniva stipata nei magazzini in attesa che i palermitani venissero a ritirarla (“LE FRAGOLE CI SONO?” – VIDEO INTERCETTAZIONI).

Sequestrate 23 tonnellate di sigarette

In due anni i finanzieri del Gico hanno intercettato numerose spedizioni e arrestato in flagranza di reato 36 contrabbandieri. (leggi: “La disperata fuga del militare”) In tutto sono state sequestrate 23 tonnellate di sigarette (principalmente Oris, Royal, Pine, Time), che non possono essere vendute in Italia in quanto non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea e non sicure. Se fossero state immesse sul mercato avrebbero fruttato 3,5 milioni di euro.

“Si stima che il contrabbando di sigarette genera perdite di circa 10 miliardi all’anno per l’Unione Europea e di oltre 400 milioni all’anno per il nostro Paese. La Procura europea è stata costituita con lo scopo di perseguire i reati che minacciano gli interessi dell’Unione europea, tra questi rientra il contrabbando di sigarette”, spiega il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provincia della finanza di Palermo.

Le indagini sono state avocate dalla Procura europea, istituita lo scorso giugno (quello di oggi è il primo blitz). Agli indagati sono anche stati sequestrati un’imbarcazione, autoveicoli e motoveicoli per un valore di 150.000 euro.

Quella scoperta oggi, aggiunge il colonnello Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria, era “una sorta di joint venture criminale. Solo in relazione alle sigarette sequestrate nel corso delle indagini tra dazi, Iva e accise si è generato un danno per le casse dello Stato e dell’Unione Europea per oltre 6 milioni di euro.
Altrettanto gravi sono i rischi per la salute dei consumatori: le marche sequestrate rientrano tra le cosiddette ‘cheap white’, cioè sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est e del medio Oriente, non ammesse però per la vendita all’interno dell’Unione Europea proprio perché non rispettano gli standard di sicurezza minimi richiesti”.


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