Palermo, squilli sospetti: arrestato uomo d'oro della Motorizzazione

Telefonate sospette: in carcere l’uomo d’oro della Motorizzazione

Luigi Costa ha cercato di contattare un'altra indagata

PALERMO – Ci sono le telefonate con il fratello e un amico, e soprattutto i tentativi di mettersi in contatto con un’altra indagata. Nell’informativa della Polizia stradale si parla di “squilli” che potrebbero essere stati dei segnali convenzionali per attivare altri canali di comunicazione.

Ecco perché il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio ha deciso di aggravare la misura cautelare nei confronti di Luigi Costa, funzionario della Motorizzazione: dagli arresti domiciliari è finito in carcere.

Lo scandalo venne fuori un mese e mezzo fa. In totale 21 persone arrestate e messe ai domiciliari. Nel dettaglio: otto funzionari della Motorizzazione civile e altri 13 responsabili di alcune agenzie di disbrigo pratiche.

Carte di circolazione, cambi di destinazione d’uso dei veicoli, collaudi di impianti Gpl, immatricolazione di mezzi esteri o dismessi dalle forze dell’ordine in Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige. La voce dell’esistenza del canale aperto alla Motorizzazione palermitana si era sparsa in giro per l’Italia. Palermo, Brescia, Cassola, Vicenza, Palagonia: le agenzie di disbrigo pratiche sapevano a chi chiedere aiuto. pagando tangenti avrebbero messo a posto le cose. Le “bustarelle” venivano consegnate e aperte nel bagno della sede della Motorizzazione a Palermo (GUARDA LE FOTO)

“Se ne capita tipo una, due così, no quelli ne facevano tipo a migliaia perché il problema è questo, perché quando la cosa si allarga diventò ora troppo esagerata…”, diceva Luigi Costa a Giovanna Passavia. Anche Passavia si trova agli arresti domiciliari. Ed è al telefonino della donna, intestato alla Regione siciliana, che sono giunti gli squilli sospetti. Passavia non ha risposto.

Il procuratore aggiunto Sergio Demontis ha disposto il sequestro di computer e cellulari. Se è stato usato un canale diverso per le comunicazioni salterà fuori dall’analisi di memoria e tabulati.

Secondo la Procura di Palermo, il giro di favori in cambio di soldi era enorme. Costa aveva 590 mila euro in contanti. I sacchetti pieni di banconote da 50 e 100 euro erano nascosti dietro l’armadio e dentro le tasche dei vestiti.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI