Palermo, tra Cascio, Varchi e Musumeci: il centrodestra ci prova

Tra Cascio, Varchi e Musumeci: il centrodestra ci prova

'Ultimo miglio' per Palazzo delle Aquile? La giovane suggestione per la presidenza.
PALERMO 2022
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Nel centrodestra che vuole mettere fine alla sua telenovela si guarda al futuro, se non con aperta fiducia, con un pizzico di ottimismo in più. Il ticket Cascio-Samonà (sindaco e vicesindaco, candidati a Palermo) ricuce, ora che il nome del leghista si è aggiunto a quello del forzista, uno degli strappi di questa vicenda politicamente tormentata. E, siccome la voglia di ‘fumare il calumet della pace cresce’, come dice qualcuno, fumando e fumando, chissà che non si riesca ad aggregare due pezzi del centrodestra che, a livello nazionale, si guardano in cagnesco. Quello che sta con Draghi e quello che ne ha fatto a meno: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Sarebbe una sintesi che porrebbe in seria difficoltà Franco Miceli e il centrosinistra. Che sono arrivati prima, al candidato unitario, ma che, come ha fatto notare Giusto Catania, sembrano ancora un po’ imballati.

L’ottimismo di Forza Italia

I più ottimisti, anche perché è naturale che sia così, sono quelli di Forza Italia che hanno il candidato sindaco ‘in ticket’ grazie a un’operazione di sintesi che pareva ardua. Francesco Cascio è il nome, seguito da quello dell’assessore regionale leghista Alberto Samonà. Dalle loro parti – si narra – ce la stanno mettendo tutta e si capisce che sono interessatissimi ad agganciare i meloniani. Una coalizione unita per Palazzo delle Aquile potrebbe giocarsela con importantissime probabilità di successo. I colloqui sono molto intensi e si è al lavoro per prospettare i vantaggi della ritrovata unità.

I dubbi di Fdi

Quelli di Fratelli d’Italia, invece, nutrono comprensibili dubbi. La loro ‘linea del Piave’ è la ricandidatura di Nello Musumeci a Palazzo d’Orleans, altrimenti non se ne fa niente. Ogni accordo su Palermo prevederebbe un patto dichiarato e irrevocabile per la Regione che, però, non c’è. Solo così Giorgia Meloni, al netto delle divisioni nazionali che pure contano, potrebbe chiedere a Carolina Varchi, l’avvocato di Fdi in lizza, di compiere il famoso passo indietro o di lato. Qualcuno degli alleati ha lanciato un’idea sul tavolo: ‘Perché Carolina non potrebbe essere un nome buono per la presidenza al posto di Musumeci?’. Ed è pure vero che, nella destra di Giorgia, si comincia a ragionare su nomi alternativi per il governo della Sicilia. Ma sarà molto difficile convincere il presidente a fare il suo passo indietro (o di lato) e voci di questo genere, anche se verificate, potrebbero essere un espediente per dividere i compagni di strada: vi diamo la candidatura, ma non il nome che avete scelto. Oggi come oggi è una suggestione.

Il lavoro della Lega

Tra i leghisti parla Vincenzo Figuccia: “Manca l’ultimo miglio per un accordo anche con Fratelli d’Italia sul nome di Francesco Cascio a sindaco di Palermo. Intanto ritengo positivo che da Prima l’Italia siano arrivate scelte importanti per la designazione di Alberto Samonà quale vice sindaco (…)Su Palermo ci giochiamo una partita fondamentale per vincere anche al primo turno col centrodestra unito. Stiamo lavorando per chiudere il dossier elettorale e dare ai cittadini palermitani l’opportunità di chiudere con il passato. Avremo una lista competitiva ed aperta per rafforzare la coalizione”. Sono parole che, forse, rivelano una tendenza precisa in casa salviniana. Parliamo di Palermo e non diamo niente di scontato per il resto che, poi, si vedrà. Basterà per stare insieme? E di chi sarà la colpa se ciò non accadrà?


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