Palermo, truffa delle auto: assolti un mese dopo il nuovo arresto

Palermo, truffa delle auto: assolti un mese dopo il nuovo arresto

Assoluzioni e prescrizioni per 14 imputati. Due condanne NOMI

PALERMO – Tra assoluzioni nel merito e prescrizioni il processo sulla “truffe delle auto” si conclude con la sola condanna di due imputati. A fotografare la storia del processo è la differenza fra l’esito per il principale imputati, Salvatore Mendola, che esce indenne e la richiesta di condanna a nove anni e mezzo avanzata dalla Procura.

Gli avvocati Raffaele Bonsignore e Antonio Gargano

In Tribunale è caduta innanzitutto l’ipotesi di associazione a delinquere. I legali di Mendola, gli avvocati Raffaele Bonsignore e Antonio Gargano, nella loro arringa hanno sostenuto che non era stato provato l’accordo stabile e duraturo fra gli imputati che caratterizza un’associazione criminale e che deve permanere anche dopo la consumazione dei singoli delitti.

Sono rimaste in piedi alcuni episodi, visto che la stragrande maggioranza risaliva al triennio 2010-2013. Questo lo stratagemma della “truffa delle auto” contestato dall’accusa: veniva denunciato il finto furto di una macchina, la compagnia di assicurazioni pagava il danno e infine l’auto veniva rivenduta.

I due condannati sono Nicola Pedone (2 anni e 1 mese) e Fabrizio Costa (1 anno e 10 mesi). Escono indenni dal processo, oltre a Mendola, anche Vincenzo Teresi, Vito Riccobono, Filippo e Francesco Mendola, Mario La Vardera, Domenica Gambino, Fabrizio Alfano, Angelo Donzelli, Vincenzo Maglienti, Benedetto Gambino, Serena Bonfardino, Carmelo Cangemi, Fabrizio Sciascia.

Erano difesi tra gli altri dagli avvocati Carmelo Ferrara, Giovanni Infranca, Melchiorre Piscitello, Loredana Alicata, Giuseppe Di Cesare, Melchiorre Piscitello, Giuliana Vitello, Salvino Pantuso, Vincenzo Giambruno, Giovanni La Bua, Giuseppe Serio e Laila Trumbadore.

L’assoluzione di Salvatore e Francesco Mendola arriva a poco più di un mese dai nuovi guai giudiziari che gli sono piovuti addosso. Sono finiti agli arresti domiciliari. Le agenzie di assicurazioni che gestiscono in via Messina Marine e in via Buonriposo praticavano prezzi vantaggiosi. I clienti non potevano certo immaginare che le tariffe scontate, secondo la Procura, fossero frutto di una truffa.

“Sistema Mendola”, l’hanno definito i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Il numero delle polizze truffa ammonterebbe a 238. Ad ognuna delle quali corrisponderebbe una catena di falsi.


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