Palermo, il "proiettile che cammina" e la voglia di mafia dei nuovi

Il “proiettile che cammina” e la voglia di mafia dei nuovi picciotti

I retroscena del blitz nel mandamento della Noce

PALERMO – Arrestato per droga, scarcerato e di nuovo arrestato per mafia. La storia di Benedetto Di Cara, 35 anni, coinvolto nel recente blitz della polizia nel mandamento della Noce, fa emergere la preoccupante “voglia” di mafia che c’è nelle nuove leve.

Il 5 giugno 2020 Di Cara era stato arrestato per detenzione e spaccio di cento grammi circa di cocaina.
Appena due giorni dopo era già libero e i poliziotti della squadra mobile notarono la sua presenza in un bar assieme a Guglielmo Ficarra, boss della Noce, allora ancora in libertà.

Il tono ossequioso

“Mi fa piacere che ti sto vedendo”, diceva il boss mentre passeggiavano in via Lancia di Brolo. “E io sono passato per lei”, rispondeva Di Cara con tono che gli investigatori definiscono “ossequioso”.

Quando nel 2022 Ficarra finì in carcere la Procura della Repubblica avrebbe voluto arrestare anche Di Cara, ma il giudice respinse la richiesta. Non c’erano gravi indizi di colpevolezza. Da allora, ricostruiscono gli investigatori, si “assisteva al consolidamento della posizione di Di Cara all’interno della consorteria mafiosa”.

Il precedente e il pizzo

Con Ficarra si intratteneva a parlare del suo precedente arresto: “Nella macchina non ci sono entrato…
le manette manco mi entravano…
“, spiegava riferendosi alla sua stazza fisica. Andando via preferì non salutare perché “mi spavento che se ci fermano…”. Quando Ficarra prese il comando della famiglia mafiosa in seguito all’arresto di Salvatore Alfano (l’anno scorso è stato condannato a 15 anni e 4 mesi in primo grado), avrebbe scelto Di Cara per le estorsioni.

“Dove sei andato a girare?”, chiedeva Ficarra. “Me ne sono andato qua… e poi da…”, rispondeva Di Cara a cui il capo dava un’indicazione precisa: “Un’offerta libera… può essere pure un euro, può essere due euro, può essere duemila euro…”.

L’arresto dei boss

Il capomafia descriva pregi e difetti del picciotto. “Un proiettile che cammina” per la sua mole fisica che intimoriva (“già che si presentano sgarbati”), ma gli mancava una caratteristica per essere il perfetto uomo del pizzo: “Ci vuole la parlantina pure in questo lavoro”.

A Ficarra sarebbe subentrato l’insospettabile ex negoziante di scarpe Giuseppe Romagnolo, fra i dodici arrestati dell’ultimo blitz. Di Cara si sarebbe subito fatto avanti, mettendosi a disposizione del nuovo capo. E sono stati pedinati e fotografati in più di un’occasione.


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