PALERMO – È molto più di una buca. Tecnicamente si chiama scavernamento. Sotto l’asfalto c’è il vuoto e si è creata una voragine. Samuele Fuschi ci è caduto dentro con il suo scooter o forse il passaggio del mezzo ha provocato il cedimento.
Aveva 39 anni ed è morto lasciando una giovane moglie vedova e quattro figli orfani. Alla ricostruzione della dinamica lavorano i vigili urbani. I tecnici del Comune stanno cercando di capire cosa è accaduto in viale Regione Siciliana.
Non è una delle tante buche di una Palermo ridotta a groviera. Il danno è strutturale, tanto che il Comune sta decidendo di inibire al transito il tratto stradale restringendo la carreggiata in direzione Catania, quasi all’imbocco dell’autostrada.
Le piogge e le alte temperature potrebbero avere accelerato la creazione della voragine, anche se qualcuno ipotizza che in quella parte di viale Regione Siciliana possano passare dei vecchi canali di scolo.
Fuschi era in sella al suo Sh privo di assicurazione. Non poteva circolare visto che era stato sequestrato e affidato allo stesso proprietario che, probabilmente, non indossava il casco. La voragine non era stata segnalata nei giorni scorsi. Ecco perché l’ipotesi è che si sia aperta in concomitanza con l’incidente.
Molto più di una buca dunque, in una città dove è diventato pericolosissimo circolare. Il Comune di Palermo, dopo anni di manutenzione assente, ha iniziato una serie di lavori. Per i prossimi mesi si andrà avanti con rattoppi, anche ampi (al momento si lavora fra piazza indipendenza e corso Calatafimi) per fronteggiare l’emergenza.
Per mettere a posto le cose serve molto più tempo, quattro o cinque anni con un cronoprogramma serrato e soldi che ancora vanno in gran parte trovati. E servirà anche una verifica più ampia per capire se altre zone sono a rischio scavernamento. Il traffico è andato in tilt. Oggi è il giorno del dolore e della rabbia per una vita spezzata.