Pandemia e libertà: è l'ora di cominciare a rinsavire - Live Sicilia

Pandemia e libertà: è l’ora di cominciare a rinsavire

Commenti

    Articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
    Belle parole, signor giudice. Ci illumini Lei, che è già rinsavito. Ci dica Lei come fare.

    Gentile Signor “Vitogol”

    non mi sottraggo al contraddittorio e al rilancio ironico che la sua interlocuzione sembra porre in forma di sfida.

    Lei ha centrato il punto del rilievo costituzionale di ogni questione.
    La salute viene prima di ogni cosa, forse ancor prima di altri fondamentali diritti.
    A cosa ti serve, infatti, essere libero se poi ti ammali e muori?
    Giusta riflessione o, meglio, un rilievo assai ragionevole.
    Ma la sua obiezione ha in se stessa la risposta dato che proprio l’articolo che ha citato impone allo Stato di istituire, organizzare, mantenere un sistema sanitario di elevata qualità.
    Provi ad arrivare al pronto soccorso di Villa Sofia di Palermo per capire in quale modo quel diritto costituzionale trovi adeguata applicazione.
    In realtà il nostro sistema sanitario ha subito decenni di devastazioni cleptocratiche che lo hanno privato della sua elementare fondamentalità.
    La pandemia ha avuto l’effetto dello tsunami su una casa di paglia.
    Spero che questo accostamento le renderà chiaro il concetto.

    Adesso proverò ad illuminarla come Lei desidera.

    L’incapacità a gestire, dal punto di vista sanitario, la pandemia ha indotto il governo ad emanare provvedimenti limitativi di fondamentali diritti dei cittadini.
    Che sia stato necessario farlo per ragioni epidemiologiche nessuno lo dubita.
    Il grande problema (che ho cercato di segnalare con il mio articolo) è quello che la nostra Costituzione non prevede una tale limitazione e sicuramente non la prevede con le forme attraverso le quali il governo ha – fino ad oggi – operato.

    Semplice, no?

    Vede, signor “Vitogol”, la (bella) rigidità dei principi costituzionali in materia di diritti fondamentali sta proprio in questo ed è fatta anche in suo favore.
    È fatta per evitare che domani qualcuno possa alzarsi con l’idea di metterla a marciare con il passo dell’oca senza che lei nulla possa dire o fare.

    Comprende adesso?

    Non sono, le mie, le parole di un “rinsavito” – come Lei ironicamente mi appella – ma i principi di uomini e donne che, per creare la Costituzione, hanno sacrificato la loro vita.

    Non penso sia necessario dire altro…

    Anzi, no. Qualcosa val bene che Lei sappia ancora.

    Quando vedrà l’Italia spendere ancora soldi inutili in aerei da combattimento o per la progettazione di opere assurde (pensi il ponte sullo stretto) si ricordi del pronto soccorso di Palermo e del fatto che in questo Paese la salute dovrebbe essere posta al di sopra di ogni altro diritto.

    Un consiglio finale: cambi il suo nickname in “Autogol”.
    Mi sembra più appropriato…

    Un saluto da
    Lorenzo Matassa

    P.S. Infelice quell’uomo che non ha il coraggio di dare il proprio nome ad un’idea…

    Gentile Amico,
    vorrei iniziare dall’epilogo della sua piccata replica per dirle che il grado della mia felicità esula dai suoi ambiti di giudizio. Da Uomo di Legge, dovrebbe sapere che in questa agorà virtuale è normale (ossia, aderente alla norma) utilizzare pseudonimi, o meglio “nicknames”. Altrimenti chi detta le regole imporrebbe a tutti gli utenti e/o commentatori l’uso dei nomi reali. La cosiddetta “netiquette” impone che ogni utente usi sempre lo stesso nickname ed il mio è sempre lo stesso. Su diversi siti e su questo in particolare. Essendo stato qui per anni da quella parte della barricata, comprendo la malcelata irritazione che la mia ironia può aver provocato. Ma, mi creda per esperienza diretta, troverei molto più urticante per il mio “ego” constatare che le mie riflessioni cadono nel silenzio più assordante. D’altra parte, se il dissenso irrita forse è meglio non affidare ad un giornale on-line la soddisfazione delle proprie velleità pubblicistiche o letterarie e rivolgersi alla stampa su carta. E poi, francamente, sai che noia anche per Lei una petroliniana sequenza di “Bravo-Grazie”.
    Passando al tema in questione, il richiamo al rispetto delle libertà costituzionali e la difesa dei diritti di ciascuno (persino di chi ha l’ardire di criticarla) è argomento rispettabilissimo, quanto indiscutibile. Crede che non colga, essendo stato del mestiere per 30 anni, le nefaste conseguenze delle attuali restrizioni sul processo formativo dei giovani ? Ritiene che mi faccia piacere vivere “a distanza” la prima gravidanza di mia figlia e privarmi della matura gioia di accompagnarla anche in questo momento? Il punto è che qui ci troviamo in una condizione di straordinaria emergenza, quale quella rappresentata dalla prima pandemia degli ultimi 100 anni. Una malattia che in poco più di un anno ha provocato la morte di circa 3 milioni di esseri umani e per la quale non esiste un trattamento specifico, ma solo terapia di supporto e delle complicanze e profilassi comportamentale e, da pochi mesi, anche vaccinale. Abbiamo esempi delle nefaste conseguenze di un più o meno completo “liberi-tutti”. In questi giorni la Sardegna è saltata ex-abrupto dal bianco al rosso e Paesi (come Regno Unito, Svezia e Brasile) che hanno perseguito nella prima fase una strategia tesa al mantenimento delle libertà individuali e al conseguimento dell’immunità di gregge hanno dovuto ingranare una frettolosa retromarcia sotto il peso di migliaia di vittime. E allora, caro Amico, invece di ripassare a profitto di chi legge Norme fondamentali che conosce benissimo, provi a mettersi nei panni dei decisori politici. Di individui dai cui provvedimenti può dipendere, oltre che il lavoro e la prosperità di milioni di concittadini, anche la sopravvivenza stessa. Anche perché le sgradite attenzioni di qualche suo Collega possono essere dietro l’angolo, come accaduto a proposito della mancata istituzione della zona rossa nei Comuni di Alzano e Nembro durante la prima fase della pandemia. E comunque ritengo inopportuno, in nome della difesa di libertà che ci sono tolte dalla pandemia e non piuttosto da chi ha il dovere di tentare di contenerla, alimentare il legittimo e comprensibilissimo malcontento popolare che recentemente si è appalesato con insubordinazioni alle norme e manifestazioni di piazza.
    La sua proposta pratica, in fondo pervenuta solo grazie alla mia importuna sollecitazione (badi che il “rinsavito” fa riferimento a un titolo che non ho scelto io), mi ha fatto ripensare a un discorso all’ONU del grande Raoul Follereau: “Datemi i soldi di due bombardieri e debellerò la lebbra”. Di questo la ringrazio. Il problema è immediato, “hinc et nunc” e non è il tempo delle enunciazioni di principio, per quanto sacrosante esse siano, ma solo quello di “resistere, resistere, resistere”. Se un merito ha avuto questa pandemia è stato quello di evidenziare il degrado pietoso del nostro Sistema Sanitario conseguente alla politica dei tagli. Di questo, glielo dico sotto il peso di quarant’anni di servizio spesi in corsia insieme a persone a Lei vicine, non c’è alcuno che possa concordare con Lei più del sottoscritto.
    Vorrei concludere simpaticamente questa nostra interlocuzione ringraziandola per avermi indotto il sorriso con la sagace storpiatura del mio nickname, un giochino un po’ puerile che mi ha riportato ai bei tempi della scuola. Pensi che un giorno giunse un nuovo compagno che di cognome faceva “Forte” cui i genitori, ovviamente alloctoni, avevano improvvidamente imposto il nome “Luca”. Superfluo, oltre che non aderente alla netiquette di cui sopra, citare i dettagli sul palermitanissimo nomignolo che gli fu appioppato.
    Saluti da, piaccia o non piaccia, Vitogol.

    Ciò che accomuna gli uomini di cultura come lei, è sicuramente l’eterodossia, ovvero avere un’opinione differente dalla massa. Teso verso la perenne ricerca della libertà. Grazie per averci donato questo suo prezioso punto di vista e non un libretto d’istruzioni come chiesto da qualcuno

    “Godi se il vento ch’entra nel pomario
    vi rimena l’ondata della vita:
    qui dove affonda un morto
    viluppo di memorie,
    orto non era, ma reliquario.
    Il frullo che tu senti non è un volo,
    ma il commuoversi dell’eterno grembo;
    vedi che si trasforma questo lembo
    di terra solitario in un crogiuolo.
    Un rovello è di qua dall’erto muro.
    Se procedi t’imbatti
    tu forse nel fantasma che ti salva:
    si compongono qui le storie, gli atti
    scancellati pel giuoco del futuro.
    Cerca una maglia rotta nella rete
    che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!..”
    (da “In limine”. – E. Montale)

    Grande Lorenzo MAtassa, lascia stare i nickname di chementiana memoria, che ci riportano ad un segmento aureo di calcistica memoria, e continua a scrivere cose molto interessanti per tutti noi

    Il covid specie in Sicilia sta diventando una benedizione per chi gestisce il potere. Incarichi, appalti, favori, norme d’emergenza. Più a lungo dura, meglio sarà per i nostalgici del ventennio e il parassitismo politico. Per cui, perché preoccuparsi della Costituzione o di chi non arriva a fine mese?

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